“Siamo dei prigionieri stranieri nella prigione di Qingpu, a Shanghai, in Cina. Costretti a lavorare contro la nostra volontà. Per favore, aiutateci e avvertite un’organizzazione per i diritti umani”. La scritta era all’interno di una cartolina di Natale aperta da una bambina di 6 anni della periferia sud di Londra, Florence Widdicombe. La piccola, scrive il Sunday Times, aveva comprato il biglietto – illustrato con un gatto con un cappello di Natale – in un punto vendita del gigante britannico dei supermercati Tesco che, dopo la scoperta del messaggio, ha annunciato di avere interrotto la produzione del prodotto in Cina.

Il messaggio chiedeva anche a chi lo avesse trovato di “contattare Peter Humphrey”. Il padre della bambina ha cercato il nome su Google e ha scoperto che si trattava dell’ex giornalista e investigatore privato che era stato arrestato nell’estate del 2013 e poi condannato ad agosto del 2014 a due anni e mezzo di carcere per violazione delle leggi cinesi sulla vita privata, mentre lavorava in Cina per conto del gruppo britannico GlaxoSmithKline (GSK). Il giornalista ha scontato una parte della pena proprio nella prigione di Qingpu ed è stato proprio lui a firmare l’articolo del Sunday Times che ha raccontato la storia. Il reporter ha spiegato di avere contattato degli ex prigionieri che gli hanno confermato di essere stati costretti a impacchettare delle cartoline di Tesco.

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