Da qualche anno il calcio virtuale ha alzato l’asticella, vedendo gli sviluppatori puntare prima a strutturare le competizioni esports sul proprio titolo e successivamente a coinvolgere i club in prima persona, avvicinandoli al gaming professionistico. I mondiali di FIFA e PES esistono dal 2004, con l’evoluzione anno dopo anno delle strutture torneistiche. La novità degli ultimi anni è la professionalizzazione di queste leghe: oggi esistono i pro-player, videogiocatori professionisti che grazie al supporto di una squadra o di un’organizzazione hanno trasformato un passatempo in un lavoro. E tra queste squadre fioccano ormai anche i club di calcio: City e United, Barcellona, Celtic, Paris Saint-Germain, Wolfsburg, Schalke04, Panathinaikos ma anche le italiane con Sampdoria, Roma, Bologna, Parma, Empoli e molte altre sparse in tutte le leghe dalla Serie A fino alla Lega Dilettanti. Tutte squadre rappresentate dai propri videogiocatori con la maglia del club.

Oltre le squadre il punto successivo dell’evoluzione è stata la realizzazione di campionati virtuali paralleli ai campionati di calcio che conosciamo. È così che sono nate, tra le altre, la eLigue1 francese, la eLiga spagnola, la ePremier League inglese e la eMLS nordamericana, cercando sempre di coinvolgere in primis le squadre partecipanti alla lega reale e invitandole a compiere i primi passi nel mondo dell’esports calcistico. Un approccio che è il marchio di fabbrica di FIFA: è stata infatti Electronic Arts, publisher di uno dei videogiochi più venduti in Italia, a decidere di stringere accordi direttamente con le varie leghe e i loro organizzatori, piuttosto che rivolgersi alle squadre. Tattica che, in antitesi, ha invece utilizzato Konami, puntando al coinvolgimento diretto dei club e stringendo accordi di partnership, a volte in via esclusiva.

E in Italia? In occasione del Social Football Summit 2019 svoltosi a Roma con rappresentanti e figure di spicco del mondo del calcio italiano, e non solo, è stata presentata ufficialmente l’intenzione della Lega di Serie A di intraprende il proprio percorso negli esports. Numerose sono state le voci diffuse durante l’anno, comprese alcune esternazioni pubbliche più o meno attendibili ma mai la Lega si era pronunciata in via ufficiale fino al 21 novembre 2019. Lo ha fatto con le parole di Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, intervenendo al panel “Esports: il panorama internazionale e le sfide da affrontare” durante il Social Football Summit citato in precedenza: “Entro i prossimi venti giorni ufficializzeremo il programma della nostra eSerie A basata sugli sport elettronici. Posso affermare che, anche se arriviamo per ultimi rispetto agli altri Paesi, di certo partiremo in grande stile“.

Una dichiarazione che va oltre il semplice intento ma che certifica l’ufficialità dell’inizio delle operazioni per la realizzazione e gestione di un campionato virtuale parallelo alla Serie A: compreso di presentazione del logo ufficiale. De Siervo ha proseguito: “La parte sportiva negli esports è solo una delle componenti che avvicinano questo mondo a quello del calcio tradizionale. Quello che più avvicina è la gestione del tempo libero dei giovani e l’obiettivo è di riuscire a coinvolgere tutti“. Una promessa di inclusione universale che, tuttavia, è smentita nei fatti e dalle stesse parole dell’amministratore delegato della Lega Serie A nell’intervento successivo: “Ci saranno tutte tranne una, per via di accordi commerciali sulle piattaforme che rappresentano in queste ore un ostacolo.”

Durante il Social Football Summit è stato presentato anche il logo della futura eSerie A.

Parole criptiche che, tuttavia, potevano sembrare un possibile riferimento, nemmeno troppo velato, alla Juventus: la squadra più titolata e vincente d’Italia, nonché con la più ampia base numerica di tifosi. Un dettaglio non indifferente nell’ottica di avvicinare i più giovani al mondo del calcio. Dettaglio che ha anche convinto Konami, a luglio, a stringere un accordo di partnership esclusiva con il club di Andrea Agnelli: per tre anni la Juventus sarà solo ed esclusivamente su PES, insieme al nome, allo stadio, ai loghi ufficiali, le maglie e le riproduzioni fedeli dei calciatori. Uno smacco per Electronic Arts che al momento ha dovuto accontentarsi di avere sul proprio FIFA20 una squadra bianconera denominata Piemonte Calcio e nulla più. Era quindi plausibile pensare che la prossima eSerie A sarà verosimilmente giocata su FIFA20 ma senza l’unica squadra italiana, che rappresenta tuttavia una consistente quota degli interessi della tifoseria nazionale, legatasi a Konami.

Se non fosse che la Juventus, pochi giorni fa, ha annunciato non solo il proprio ingresso negli esports con una squadra composta da tre pro-player italiani ma, in aggiunta, ha confermato la partecipazione alla futura eSerie A. Per la Juventus, nella sua ottica di costante innovazione ed evoluzione, si tratta di un fenomeno che non aveva intenzione di ignorare. Oltre alla competizione di caratura nazionale, la Juventus ha anche acquisito un posto posto negli esports internazionali con la partecipazione alla competizione targata Konami: la eFootballPro che ha preso il posto della PES League Co-op. Torneo che ricalca la eFootball Pro League che a cavallo tra 2018 e 2019 ha messo insieme Barcellona, Celtic, Monaco, Nantes, Boavista e Schalke04: tutte confermate per la seconda stagione nell’ottica di allargare presto il numero di partecipanti considerando che, oltre la Juventus, Konami ha stretto accordi con il Manchester United, il Bayern Monaco e lo Zenit di San Pietroburgo a livello europeo.

A rappresentare la squadra bianconera saranno tre giocatori di punta della scena competitiva italiana e mondiale. Il più conosciuto e famoso è indubbiamente Ettore “Ettorito” Giannuzzi, due volte campione del mondo di PES, quattro volte finalista, vincitore del campionato mondiale a squadre nel 2018 e pluricampione italiano. Nella vittoria a squadra con lui c’era anche Luca “IlDistruttore” Tubelli che lo seguirà nell’avventura juventina: campione europeo a squadre nel 2019 e campione italiano nel 2016. Non è da meno il terzo rappresentante della squadra, Renzo “Loscandalo” Lodeserto: vice-campione europeo 3v3 e campione italiano nel 2014 e 2015. Per la gestione della sezione esports, inoltre, la Juventus ha avviato la collaborazione con l’Astralis Group, la società a cui fanno capo gli omonimi Astralis, una delle più importanti, e vincenti, organizzazioni esports al mondo diventata, recenemente, la prima a essere quotata in borsa.

Non solo: perché nel frattempo la Lega Serie B si è legata anch’essa a Konami. L’accordo stipulato tra la casa giapponese e la Serie BKT permette di avere in eFootball PES 2020 per PC e console in esclusiva il logo del campionato, il trofeo e tutti i loghi ad esso associati, le tenute di gioco ufficiali e i nomi delle squadre. Nonché la possibilità di realizzare, ipoteticamente, una eSerie B proprio su PES. E c’è già chi ha iniziato a prepararsi. Il Pescara si è già accordato con PESTeam, la più seguita community italiana dedicata all’omonimo gioco di calcio. La collaborazione prevede la produzione di contenuti legati a PES2020 da pubblicare sui canali social del club. Una delle prime iniziative già realizzate è stata una grafica in tempo reale in stile PES sulle prime gare del campionato in corso, come accaduto in occasione della partita Pescara – Cremonese del 22 novembre scorso.

L’esultanza virtuale di Galano in occasione del suo gol reale contro la Cremonese

Cosa aspettarci, allora, dalla eSerie A? De Siervo ha svelato le prime idee in merito: “Le squadre di ‘eSerie A’ avranno la possibilità di schierare un giocatore professionista ma avranno l’obbligo di schierare almeno un dilettante. La Lega di esports culminerà in primavera, con un evento finale che potrebbe essere a Roma, magari coincidendo con la finale di Coppa Italia oppure potrebbe essere a Milano in uno studio televisivo. Ma in ogni caso l’obiettivo è di dare una grande visibilità mediatica sui canali tradizionali come per il calcio giocato“.

A fornire qualche indizio in più è la prima parte della suddetta dichiarazione in cui l’amministratore delegato della Lega Serie A distingue tra giocatori professionisti e dilettanti. Il primo sarà probabilmente scelto attingendo al panorama attuale dei giocatori presenti sulla scena competitiva, magari accordandosi o avvalendosi della collaborazione delle organizzazioni esports italiane che vantano già un’ampia esperienza nella settore. Il secondo, presumibilmente, sarà invece scelto dalle stesse squadre attraverso tornei interni, magari svolti nel proprio stadio, con l’obiettivo di promuovere la propria squadra e di attirare e coinvolgere i più giovani. Un format già sperimentato, con successo, da diversi club italiani.

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