Ufficialmente Daniela Carrasco si è suicidata. Ma dietro la morte di El Mimo, come la donna era conosciuta tra i manifestanti che da ottobre prendono parte ai cortei in Cile contro il caro dei servizi pubblici, c’è chi insiste che ci sia una storia torbida di torture e violenze perpetrate dai carabineros.

Trentasei anni, Carrasco è stata trovata morta il 20 ottobre scorso, impiccata a un recinto nel comune di Pedro Aguirre Cerda nella città metropolitana di Santiago. I risultati dell’autopsia sono stati consegnati alla famiglia un mese dopo: soffocamento per impiccagione. Escluso ogni intervento di terzi.

Ma come scrive Bio Bio Chile, la procura ha ora aperto un’inchiesta sul decesso. Mentre il coordinamento cileno di Ni Una menos ha lanciato gravi accuse attraverso i social media: “Daniela è stata violentata, torturata, violentata al punto da toglierle la vita”, hanno scritto. E anche la Rete di attrici cilene accusa: “È stata rapita dalle forze militari nella protesta del 19 ottobre”. Sul caso è intervenuto anche il deputato di Sinistra Italiana-Leu, Nicola Fratoianni, denunciando che “il silenzio della comunità internazionale è insopportabile”.

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Cile, Amnesty: “Politica deliberata per colpire i manifestanti. Violazioni dei diritti umani delle forze di sicurezza: torture e violenze sessuali”

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