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Ultimo aggiornamento: 17:15 del 7 Novembre 2019

Ex Ilva, Bersani: “Ai miei tempi chiamavo ‘in camera caritatis’ quelli che ne sapevano. Chiederei a loro come la vedono”

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Ex Ilva? Io non ho consigli da dare, né voglio fare analisi retrospettive. Ce ne sarebbero troppe da fare. Dico solo quello che facevo io da ministro: quando non sapevo che pesci pigliare, chiamavo “in camera caritatis” quelli che ne sapevano. Noi abbiamo degli splendidi siderurgici in Italia. Io partirei da lì: chiederei a loro come la vedono”. Così, ai microfoni di Radio Radicale, il deputato di LeU, Pier Luigi Bersani, risponde al giornalista Lanfranco Palazzolo, che gli chiede un’analisi della vicenda ex Ilva.

Bersani spiega: “Non giriamoci intorno e non nascondiamo qual è la sostanza del problema da mesi: in Europa e nel mondo, nel campo della siderurgia, c’è una sovracapacità produttiva, che si teme diventi strutturale. Quindi, è evidente che le tensioni finiscano sull’anello debole di questa catena, che in questo momento è palesemente a Taranto. Quell’impianto ha fatto da sfondo allo sviluppo della meccanica italiana, non possiamo dimenticarlo. Ancora adesso l’ex Ilva è importantissima. Al di là delle questioni di questo tavolo con AncelorMittal, bisogna farsi un’idea strutturale e strategica di cosa significhi quell’impianto e di come si possa uscire da questa situazione”.
E ribadisce: “Di quell’impianto abbiamo assolutamente bisogno con tutti gli ammodernamenti e investimenti necessari. E non possiamo arrivare all’assurdo di avere la copertura di un parco minerario. Saremmo forse gli unici in Europa e naturalmente non funzionerebbe la fabbrica. Cerchiamo di capirci: bisogna mettere in conto qualsiasi cosa su un asse così strategico per il Paese. Quindi, si mettano le orecchie a terra e si facciano dare dei pareri“.

Monito finale dell’ex ministro: “Le grandi istituzioni della Costituzione, e cioè magistratura e potere esecutivo, entrambi così gelosi della propria autonomia, devono sapere cosa hanno in testa e devono parlarsi proprio ai fini istruttori delle reciproche decisioni. Per capire il peso delle proprie decisioni, bisogna cercare di raccogliere elementi, sempre nell’assoluta autonomia delle decisioni. Insomma, parlatevi, ragazzi. Altrimenti, l’impressione di qualsiasi investitore è quella di andare in mezzo ai suoni. Questo è un problema serissimo del Paese”.

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