“Non ho mai fatto riferimento all’uso di droghe, men che mai da parte della vittima. Chiunque lo sostiene fa affermazioni prive di fondamento, calunniose verso le istituzioni e chi le rappresenta, rischiando tra l’altro di provocare ulteriore dolore ai familiari della vittima”. Il capo della Polizia Franco Gabrielli risponde così alle polemiche sollevate dal capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari che ieri lo aveva duramente criticato per le parole dopo l’omicidio di Luca Sacchi, lasciando intendere che Gabrielli avesse derubricato l’omicidio a una storia “tra drogati”. In particolare sotto accusa una frase del capo della Polizia: “Gli accertamenti, quando saranno divulgati, non ci raccontano la storia di due poveri ragazzi scippati”.

Lui stesso, ha ribadito oggi, si era limitato “a dichiarare, per evitare letture distorte e strumentali dell’accaduto, che gli accertamenti investigativi, una volta resi pubblici dall’Autorità giudiziaria, avrebbero evidenziato come non si fosse trattato di un semplice scippo”. In ogni caso, senza “mai proferire quindi le parole ‘droga’ o ‘drogato’. Inoltre, ha concluso, “ho chiesto a tutti di adottare un atteggiamento di riflessione e rispetto di fronte alla morte di un ragazzo di 24 anni”. Per questo, “ulteriori mistificazioni delle mie parole comporteranno conseguenti azioni legali”.

Di contro, ieri il capogruppo leghista a Montecitorio aveva invitato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ad intervenire sulle “indegne” parole di Gabrielli. Che incassa, al contrario, la solidarietà di tanti esponenti politici, in particolare da parte degli esponenti del Partito democratico e dai ministri Lorenzo Guerini e Stefano Patuanelli. “Gli attacchi scomposti nei confronti del capo della Polizia sono l’esempio lampante della cattiva politica che strumentalizza tutto pur di apparire”, ha detto Guerini, mentre il collega M5s Patuanelli ha sottolineato come le parole di Gabrielli siano “chiarissime: non lasciano spazio all’interpretazione se non con la solita insopportabile forzatura politica”. Per parte sua il viceministro Crimi ha ricordato come Gabrielli non abbia “bisogno di nessuno che lo difenda, per lui parla la sua storia, la sua capacità e il suo attaccamento alle donne e gli uomini che dirige. Come al solito, i leghisti devono cercare qualcuno su cui sfogare la loro becera propaganda, ma sono cascati male. È per merito suo e degli uomini e le donne delle forze dell’ordine che la sicurezza nel nostro Paese ha continuato ad essere garantita malgrado un ministro che preferiva il papete al ministero”.

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