Il re del Marocco, Mohammed VI, ha concesso la grazia alla giornalista Hajar Raissouni incarcerata con l’accusa di “aborto illegale” e “relazioni sessuali fuori dal matrimonio”. A breve, come rivela una fonte governativa, verrà rilasciata: la reporter, di 28 anni, era stata condannata a un anno di carcere dal tribunale di Rabat lo scorso 30 settembre. E con lei anche il suo ginecologo e il suo fidanzato, condannati rispettivamente a due anni e un anno di reclusione. Pena sospesa, invece, per un anestesista e un assistente medico. A tutti è stato esteso il provvedimento di clemenza.

Durante il processo la giornalista, redattrice del quotidiano Akhbar al Yaoum, ha sempre negato di avere abortito sostenendo di essersi curata per una perdita di sangue interna, testimonianza sostenuta in aula anche dal suo ginecologo. La condanna aveva sollevato una reazione tra la società civile: tante le manifestazioni davanti al Parlamento, raccolte di firme, ma anche lettere di autoaccusa di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. Fino alla decisione presa dal sovrano: il comunicato ufficiale parla di “perdono concesso per favorire la nascita di una nuova famiglia, secondo la legge, nonostante l’errore commesso”.

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