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Strage in questura a Parigi, il killer era radicalizzato ed era già stato segnalato. Il ministro dell’Interno: “Non mi dimetto”

Mickaël Harpon, il responsabile della strage del 3 ottobre scorso, non solo era un dipendente della questura ma anche un sostenitore della jihad. Christophe Castaner, subito dopo l'attentato, aveva escluso la pista terroristica
Strage in questura a Parigi, il killer era radicalizzato ed era già stato segnalato. Il ministro dell’Interno: “Non mi dimetto”
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Il funzionario della polizia francese che giovedì 3 ottobre, in questura a Parigi, ha ucciso a coltellate tre poliziotti e una collega, si era convertito all’Islam dieci anni fa ed era stato segnalato alle autorità per aver difeso i terroristi dell’attentato a Charlie Hebdo nel 2015. Nonostante questo, da 20 anni si occupava di informatica per i servizi segreti francesi e aveva accesso a informazioni riservate. Proprio il ministro dell’Interno Chrisophe Castaner, nelle ore successiva alla strage, aveva escluso la pista terroristica: una ricostruzione poi smentita dalle indagini e per la quale ora la destra chiede le sue dimissioni.

Mickael Harpon, infatti, secondo gli investigatori non soltanto era un musulmano vicino ai salafiti, ma si era radicalizzato ed ha ucciso per la jihad. La notte prima della strage, il killer ha detto alla moglie di aver avuto delle “visioni”, di aver sentito delle “voci” e poi ha annunciato di aver comprato i coltelli per compiere la strage. “Segui il nostro amato profeta Maometto e medita il Corano”, le sue ultime parole alla consorte musulmana, poco più di un’ora prima di uccidere i colleghi.

Ai microfoni di TF1 Castaner, il giorno dopo l’attacco, ha anche precisato che Mickaël Harpon, l’autore della strage “non aveva mai presentato difficoltà comportamentali” né “il minimo segnale di allerta”. Ma c’è di più: il dossier amministrativo a carico del responsabile dell’attacco non menzionava “nessun segno” di radicalizzazione e alla prefettura non risultava nessuna segnalazione. “Ci sono state delle mancanze nei controlli”, ha ammesso oggi il ministro Castaner pur respingendo la richiesta di dimissioni. “La questione non si pone”, ha detto. “Si è aperto un processo politico contro di me”. In difesa di Castaner è intervenuto il premier francese, Édouard Philippe, che ha detto di avere “totale fiducia in Christophe Castaner”.

Per il capogruppo dei Républicain Christian Jacob, “si tratta di una vicenda gravissima”. Il caso, ha detto, “intacca la sicurezza, l’efficacia dei nostri servizi”. Anche l’ex presidente Nicolas Sarkozy ha affermato che “bisognerà capire perché e come sia possibile una cosa del genere”. Il deputato Eric Ciotti ha twittato: “Castaner ha voluto nascondere la verità o è soltanto un incompetente? E’ screditato e non può rimanere in carica”. E’ andata oltre Marine Le Pen, presidente del Rassemblement National, che ha parlato di “scandalo di Stato”: “Il caso è particolarmente grave, le disfunzioni sono serissime. Per questo, a nome dei deputati del Rn, chiedo l’apertura immediata di un’inchiesta”.

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