“Chiamatelo risarcimento, penalità o indennizzo. Perché di questo si tratta, il vincolo di mandato non c’entra nulla”. Il commissario Walter Verini sta portando il Pd al voto del 27 ottobre e difende la “clausola del rimborso” di 30mila da parte dell’eletto che cambi casacca introdotta proprio in Umbria all’atto della candidatura. La notizia viene letta in funzione antirenziana ed evoca il tema del vincolo di mandato, cioé la battaglia abolizionista storica del Movimento condivisa – almeno a parole – anche da Lega e Forza Italia. “Un equivoco” secondo Verini perché “non viene compressa o condizionata in alcun modo la libertà di votare in dissenso o di fare battaglie fuori dal partito su certe leggi che non si condividono. È un gesto di riparazione del danno di immagine e politico al partito che ti ha eletto, come del resto può accadere in fasi turbolente come questa”.

Per capire meglio tocca andare alla genesi della “penalità”. A una riunione regionale di qualche giorno fa, prima dell’approvazione delle liste, l’ex segretario e oggi candidato Giacomo Lionelli ha avanzato la proposta. “Lo ha fatto sulla scorta dell’esperienza nella legislatura precedente”, spiega Verini. “Due nostri deputati regionali hanno lasciato il Pd per andare con Leu e con il Misto. Il partito locale si è trovato in difficoltà sia per le mancate contribuzioni sia per il danno che quella scelta ha provocato. Dalla platea non sono arrivate obiezioni alla proposta di un impegno “riparatore”. Tutti i candidati hanno sottoscritto l’accordo davanti al tesoriere che non se lo è fatto dire due volte e lo ha stilato di corsa. Preciso, non davanti al notaio dove si depositano le candidature. Perché si tratta di un patto tra candidato e partito”.

Il segretario Nicola Zingaretti è stato interpellato? Sarà una sorta di policy per il nuovo Pd? “La quesitone è stata autogestita, diciamo così. Ma non capisco lo scalpore della notizia, giacché anche gli eletti a livello nazionale sottoscrivono impegni a versare tutto il dovuto fino a quando sono nel partito. Se lasciano devono aver chiuso le pendenze. Ecco, il nostro diciamo che è un perfezionamento di quegli accordi che introduce in modo chiaro e definito anche una forma di risarcimento ulteriore. Una sanzione che non vuole essere un deterrente a restare nel partito, quanto un incentivo a non danneggiarlo. Se vuoi andar via, ripeto, puoi farlo. Ma non a scapito dell’immagine e della capacità economica del partito grazie al quale sei stato eletto”.

Che aria tira a Perugia? “Io sono cautamente ottimista. Stamattina è uscito un sondaggio Agi dove i due candidati sono al 39% la destra e il 37 il nostro. Quindi la partita è aperta. L’altro giorno da Roma mi ha hanno detto che ne hanno un altro che ci dava in potenzialmente vincitori. Per come eravamo messi qualche tempo fa, per responsabilità prevalentemente nostra ma anche dei 5 stelle nazionali. Loro alle Europee in Umbria hanno preso il 14 quando avevano il 30 e rotti, e noi siamo andati a un pur significativo 25% ma eravamo al 32 al nazionale. Ora c’è una coalizione molto ampia, il tragitto è faticoso perché la convivenza si sperimenta tutti i giorni. Ma insomma è una bella sfida”.

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