“L’ambiente deve diventare una straordinaria occasione di crescita economica“. È la strada tracciata dal nuovo ministro M5s dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che martedì ha fatto il suo debutto al Consiglio Ue di Bruxelles. Una strada da concretizzare in vista della prossima manovra, innanzitutto rendendo “strutturali” per “un periodo minimo di tre anni” gli strumenti che “hanno spinto l’economia reale incontrando il favore delle imprese“. La transizione energetica guiderò la politica industriale italiana dei prossimi anni, tramite la conferma delle misure 4.0 “rimodulate in una visione anche legata al ‘Green New Deal‘”. Innovazione, quindi, attraverso un “‘Tavolo Transizione 4.0‘ che sarà la sede di confronto permanente“. E poi “sostenibilità ed economia circolare anche attraverso una maggiore premialità in termini di incentivo fiscale“. Senza trascurare un settore chiave dell’economia italiana, ma in difficoltà, come quello dell’auto: “Convocherò quanto prima un tavolo al ministero per individuare gli strumenti più adatti a contenere e se possibile invertire la tendenza”. Ma anche senza rinunciare alle battaglie del M5s, come quella per il no al trattato di libero scambio Ue-Canada: “Se con il Ceta avremo un’invasione di prodotti a base di glifosato, è chiaro che resterà un categorico no”.

Sono i principali temi dell’intervista del Sole 24 Ore a Patuanelli, in cui il ministro ha anticipato quali saranno i punti al centro della sua azione e le proposte in cantiere in vista della prossima legge di bilancio. Un lavoro che sarà ” all’insegna dell’ascolto e del confronto con i cosiddetti corpi intermedi, associazioni di categoria e sindacati in primis”. Il primo obiettivo, spiega Patuanelli, è dare “certezza a chi fa investimenti”. Quindi le misure e gli strumenti a sostegno della crescita, che saranno “soprattutto in chiave green economy dato anche l’alto moltiplicatore economico”, dovranno essere stabili: “Assicurare rinnovo e stabilità“, dice Patuanelli. Il piano Impresa 4.0 sarà quindi confermato e coniugato “in una logica di maggiore sostegno alle piccole imprese attraverso l’introduzione di alcune premialità legate all’innovazione nelle filiere o nei grandi progetti”. Le misure, comunque, saranno discusse al ‘Tavolo Transizione 4.0’ che “avrà lo scopo di accompagnare le aziende ed evitare loro gli shock dovuti ai cambiamenti che dovremo fronteggiare”.

L’innovazione però dovrà portare anche alla svolta verde al centro dell’azione di governo. “Stiamo lavorando per valorizzare all’interno delle misure esistenti – iperammortamento e credito d’imposta per ricerca e sviluppo – gli investimenti su sostenibilità ed economia circolare anche attraverso una maggiore premialità in termini di incentivo fiscale”, spiega Patuanelli al Sole 24 Ore. “Al contempo – aggiunge – occorre proseguire il percorso della scorsa legge di bilancio per la mobilità sostenibile e individuare interventi a carattere strutturale per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati”. Servirà una svolta anche da parte dell’Unione europea, che “dovrà fare lo sforzo di tracciare una ‘Green Rule‘, mettendo a sistema lo scorporo degli investimenti in sostenibilità ambientale dal deficit degli Stati membri”. Ma per Patuanelli non avverrà quest’anno: “Ritengo che nel 2020 si potrà far qualcosa ma non con grandi margini, l’obiettivo più concreto è per i prossimi anni“.

Il ministro dello Sviluppo economico commenta anche le proposte emerse in questi giorni su una possibile tassazione di merendine e biglietti aerei: “Il fine – spiega – è la ricerca della soluzione per la promozione del cibo sano anche fra i più giovani, per esaltare la tradizione del nostro made in Italy in campo agroalimentare. Quanto alla tassa sui biglietti aerei mi sento di escluderla“. Nel dibattito sul decreto Clima si parla anche di una rottamazione senza incentivi legati all’acquisto di nuove vetture che potrebbe non favorire un settore già in difficoltà, ma strategico, come quello dell’auto: “Ciò che si è detto sul testo è tendenzialmente impreciso, in quanto le bozze circolate non erano definitive”, risponde Patuanelli. Che poi annuncia le sue iniziative per invertire la tendenza del settore: “Convocherò quanto prima un tavolo al ministero per individuare gli strumenti più adatti. L’ecobonus è stato uno stimolo efficace come testimoniano i dati sulle immatricolazioni dei veicoli elettrici e ibridi, ma è chiaro che serve fare di più. Farò delle proposte concrete solo dopo aver incontrato gli attori del comparto, per evitare speculazioni”.

L’altro grande tema con cui Patuanelli allo Sviluppo economico si dovrà scontrare sono le crisi aziendali: “Al Mise l’anno scorso è stata innanzitutto strutturata una vera e propria task force che finora non esisteva, che collabora con le unità di crisi regionali e tutte le altre istituzioni – sottolinea il ministro difendendo l’operato del suo predecessore, Luigi Di Maio – Grazie inoltre al decreto imprese questa sarà rafforzata con risorse e strumenti”. Di Maio a cui ha lasciato il commercio estero, ora di competenza della Farnesina: “Un ruolo più attivo della diplomazia sull’internazionalizzazione delle imprese potrà fare la differenza in alcuni mercati difficili – pensiamo alla firma dell’MoU sulla Via della Seta – ed emergenti, come l’India“, spiega Patuanelli.

Da affrontare ci sono anche i nodi che dividono M5s e Pd. Su Alitalia per il momento sembra essere stata trovata un’intesa: “Attendiamo fiduciosi che si chiuda il piano di rilancio industriale, poi lo discuteremo con le parti sociali. Basta annunci, l’unica priorità è rilanciare la compagnia con un’operazione di sistema. E ad ogni modo l’offerta dovrà essere presentata entro il 15 ottobre, un rinvio non è ipotizzabile”, risponde Patuanelli. Che poi però ribadisce la posizione chiara del M5s sul Ceta: “Tema complesso di cui si occuperanno il nostro capo politico, il premier Conte e la diplomazia della Farnesina, potenziata dal trasferimento delle competenze sull’export dal Mise agli Esteri. Se con il Ceta avremo un’invasione di prodotti a base di glifosato che verranno a fare concorrenza alle nostre eccellenze agroalimentari, è chiaro che resterà un categorico no da parte del Movimento Cinquestelle”, conclude il ministro.

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