I ricercatori della National Gallery, della Duke University e dello University College of London hanno impiegato l’Intelligenza Artificiale per analizzare le immagini radiografiche digitali ad alta risoluzione della famosa pala d’altare di Gand. La difficoltà di analisi di questo manufatto è dovuta al fatto che i pannelli sono a doppia faccia, ossia la pala è dipinta sia nella parte anteriore che in quella posteriore. Solo impiegando un algoritmo di nuova concezione, gli accademici sono riusciti a studiare immagini a raggi X decostruite in due immagini chiare e non sovrapposte.

Per chi non conoscesse questa importante opera d’arte, la pala d’altare di Gand risale al XV secolo ed è presente nella cattedrale di San Bavone, in Belgio. Era originariamente composta da dodici pannelli. Le due sezioni alari, ciascuna originariamente formata da quattro pannelli dipinti su entrambi i lati, potevano essere completamente dispiegate nei giorni festivi per rivelare i quattro pannelli centrali.

Il fatto che i pannelli siano dipinti su entrambi i lati crea dei problemi nel decifrare le immagini ai raggi X, che sono uno strumento prezioso per l’esame e il restauro di dipinti: possono aiutare a stabilire le condizioni di un’opera e svelare dettagli altrimenti invisibili circa la tecnica di un artista. Tuttavia, la natura penetrante dei raggi X fa sì che ogni dettaglio presente nel manufatto contribuisca all’immagine risultante. Nel caso di pannelli dipinti su entrambi i lati, i dipinti si sovrappongono e il risultato diventa molto difficile da interpretare.

Proprio qui è sceso in campo il nuovo algoritmo, che separando le complesse immagini radiografiche della parte frontale e di quella retrostante, ha permesso agli storici dell’arte e agli scienziati di comprendere meglio i dipinti e di avere a disposizione dati utili per la conservazione e il restauro.

Hélène Dubois, a capo del Progetto di conservazione della pala d’altare di Gand, spiega che “l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale per elaborare le immagini a raggi X fornisce strumenti molto utili per decifrare immagini tecniche complesse”. Nel documento pubblicato sulla rivista Science Advances, il professore Miguel Rodrigues (UCL Electronic & Electrical Engineering) spiega che “questo approccio dimostra che le tecniche basate sull’Intelligenza Artificiale possono essere utilizzate per risolvere le sfide che si incontrano nelle indagini sull’arte”. Un approccio simile potrebbe rivelare caratteristiche nascoste in un dipinto, come ad esempio i precedenti progetti nascosti”.

Ora gli scienziati coinvolti in questo impegnativo progetto effettueranno ulteriori ricerche su come l’algoritmo possa portare a nuove intuizioni a supporto del loro lavoro di conservazione. Ricordiamo che gli approcci all’apprendimento profondo dell’Intelligenza Artificiale vengono impiegati anche per affrontare sfide in altri settori, tra cui l’assistenza sanitaria, la difesa e la sicurezza.

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