Ampia intervista a Francesco Boccia che ai microfoni de ilfattoquotidiano.it prima commenta l’audio di Matteo Renzi, in cui accusa il Presidente dem Paolo Gentiloni: “Il Pd è compatto al Nazareno e nel Paese poi ci sono questi ‘regali’ di Renzi. Paolo è un patrimonio di tutto il Pd e anche di Renzi. Con queste cose fa male anche a se stesso. A Matteo chiedo di venir qui e darci una mano per costruire un progetto per il Paese, poi se in queste ore non dovremmo riuscirci, andremo al voto”.

Il deputato dem e membro della segreteria guidata da Nicola Zingaretti su Renzi aggiunge: “ci ha lasciato esterrefatti la sua inversione a U sul M5s. Ora cambiare idea è segno di grande intelligenza, ma è anche segno di grande opportunismo – e sulle trattative in corso tra Pd e M5s, Boccia rilancia con un progetto più ampio – noi vogliamo un accordo con i 5 Stelle che sia di sistema: e io li sfido su questo. Non un accordo solo per questa legislatura, ma io vorrei un’alleanza con loro ovunque, soprattutto sui territori, perché significherebbe fare un accordo politico di svolta. Un’alleanza sociale sull’ambiente e sul lavoro, su scuola e ricerca la vedo e la voglia perché penso avrebbe molto senso politico, in quanto queste due sensibilità insieme sarebbero davvero l’alternativa alle destre sovraniste e ai nazionalismi, ma ce l’hanno il coraggio i 5 Stelle? Io speravo Renzi ci aiutasse a far questo, se invece il progetto è un governo che duri sei mesi in cui non ci stanno alcuni, la faccia ce la mette Zingaretti e gli altri si siedono in tribuna a fare i giudici, beh qui non siamo ad ‘X-Factor'”.

Dunque per il deputato dem “i renziani dovrebbero entrare nella squadra di governo di svolta e di legislatura, assumendosi tutti la responsabilità politica tutti insieme per un ciclo politico. I cicli politici durano lustri, non anni”. Boccia a Di Maio e i 5 Stelle chiede “di dire in modo chiaro e forte che non c’è più un dialogo ed un accordo con la Lega e poi discontinuità significa che chi ha sostenuto all’interno del Movimento posizioni leghiste non può pensare di quelle posizioni con noi”. Dunque inversione su decreti sicurezza e politiche sull’immigrazione e per quanto riguarda i nomi “c’è ne sono alcuni più simbolici di altri, non c’è nessun veto su Di Maio”, ma sul fatto che la trattava vada in porto, resta lo scetticismo: “io ho fiducia, ma non ci faremo trascinare a tutti i costi contro gli scogli. Ad oggi 50 e 50”.

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