Era stato ricoverato ieri per la terza volta nel giro di alcune settimane all’ospedale militare di Tunisi. Ma alle 10.25 il presidente tunisino Beji Caid Essebsi è morto. Aveva 92 anni. Per due volte a giugno era stato portato in terapia intensiva – aveva detto il figlio Hafedh – per le conseguenze di una intossicazione alimentare.

Al potere dal 2014, il laico Essebsi aveva ricoperto diversi incarichi di governo prima di diventare presidente. Era stato ministro sotto Habib Bourguiba e presidente della Camera sotto Ben Ali. Dopo la Rivoluzione dei Gelsomini, che nel 2011 costrinse alla fuga Ben Ali, Essebsi aveva contribuito alla fondazione del partito Nidaa Tounes. Noto per usare nei suoi discorsi proverbi tunisini e versetti del Corano, ad aprile aveva annunciato di non essere intenzionato a candidarsi alle elezioni presidenziali previste per novembre. “Penso che non mi presenterò” perché bisogna “fare largo ai giovani“, aveva detto, quattro giorni dopo le dimissioni dell’algerino Abdelaziz Bouteflika, costretto a gettare la spugna sotto le pressioni della piazza e dei militari.

Le prossime elezioni, politiche e presidenziali, sono in programma per ottobre e novembre, il che crea un periodo di vacanza della presidenza prima del voto. Essebsi era stato ricoverato per un grave malore lo scorso 27 giugno, nel giorno di un doppio attacco kamikaze a Tunisi, e allora si era diffuse voci relative alla sua morte, poi smentite; stamattina era stato nuovamente portato in ospedale, in terapia intensiva.

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