Ha battuto i rivali conquistando il 66% dei voti degli iscritti e diventando così il leader del partito conservatore. Boris Johnson,  55 anni, paladino della Brexit e già sindaco di Londra, è stato scelto come successore di Theresa May alla guida dei Tory. Sarà lui a traghettare il Regno Unito verso l’uscita del Regno Unito dall’Europa, dopo mesi di stallo in cui la politica non è riuscita a trovare un accordo. “Il tempo della campagna è finito e inizia quello del lavoro per riunire il Paese e il partito, realizzare la Brexit entro il 31 ottobre e sconfiggere Corbyn. Lavorerò al massimo per ripagare la vostra fiducia”, ha detto Johnson, che domani si insedierà come primo ministro, presentandosi davanti alla regina Elisabetta II, che gli affiderà il compito di formare un nuovo governo. Nel discorso della vittoria l‘ex ministro degli Esteri ha ringraziato la premier uscente e reso omaggio al rivale, il suo successore al Foreign Office e più moderato Jeremy Hunt. “So che ci sarà chi contesterà la saggezza della vostra decisione”, ha detto rivolgendosi ai militanti del Partito conservatore che lo hanno scelto a larga maggioranza.

Timmermans: “Brexit senza accordo sarebbe una tragedia” – “Porgo le mie congratulazioni a Boris Johnson, eletto alla guida dei Tory e quindi del Regno Unito. Aspetto con ansia di lavorare con lui su questioni difficili, sono tempi difficili di fronte a noi, dobbiamo costruire una relazione di lavoro forte e buona”, ha detto la presidente eletta della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Da Bruxelles, intanto, Michel Barnier, capo negoziatore per la Brexit, precisa che in Europa sono “pronti a rielaborare la dichiarazione concordata su un nuovo partenariato in linea con gli orientamenti del Consiglio europeo” e sottolinea: “Non vediamo l’ora di lavorare in modo costruttivo con Boris Johnson quando entra in carica, per facilitare la ratifica dell’accordo di recesso e raggiungere una Brexit ordinata“. Il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans ricorda poi che “una Brexit senza accordo sarebbe una tragedia“e che “l’Ue si atterrà all’accordo raggiunto col Regno Unito“. Ma secondo Moody’s con l’elezione di Johnson sono aumentate le probabilità di una hard Brexit. “Le chance di un compromesso sostenibile appaiono più basse”, mette in evidenza Colin Ellis di Moody’s, sottolineando che “una Brexit no deal avrebbe effetti significativamente negativi” sulla Gran Bretagna. I mercati però hanno apprezzato l’elezione del nuovo leader Tory: la sterlina, dopo l’annuncio dell’elezione, ha recuperato gran parte delle perdite accumulate di mattina di fronte ai timori d’una Brexit no deal (che Johnson rifiuta d’escludere). La valuta del Regno era scesa in apertura a quota 1,2418 contro il dollaro, vicino ai minimi degli ultimi due anni. Poi il rimbalzo e ora scambia, sempre in calo (-0,25%) ma a 1,2443.

L’insediamento – Johnson è stato scelto attraverso il voto postale dei 160.000 iscritti al partito e ha ottenuto oltre 90mila preferenze. Il risultato è stato annunciato dal presidente del partito, Brandon Lewis. Il nuovo leader assumerà da domani la guida del governo, dopo che May avrà formalizzato le sue dimissioni nelle mani della regina. La convocazione a Buckingham Palace per ricevere dalla sovrana l’incarico di formare una nuova compagine è prevista nel pomeriggio di domani e a seguire Johnson entrerà a Downing Street. Secondo il sistema britannico, non è previsto un voto di fiducia salvo che a chiederlo sia il leader dell’opposizione, in questo momento il laburista Jeremy Corbyn. Scenario rinviato presumibilmente a dopo la pausa estiva del Parlamento, visto che Westminster chiuderà i battenti giovedì 25 per riaprirli il 3 settembre.

Il voto  e i rivali – Johnson è stato eletto con 92.153 voti. Il rivale Jeremy Hunt, che ha ottenuto 46.656 voti, si è fermato al 34%. La partecipazione al voto è stata dell’87%, su una platea di 159mila iscritti al partito. In termini percentuali, rileva la stampa britannica, Johnson ha fatto meglio rispetto al 62% dei voti ottenuti da Jeremy Corbyn nel 2016, quando venne eletto leader del Partito laburista. Meglio anche di quanto fatto ieri da Jo Swinson, eletta leader dei Liberal democratici, col 63% del voto degli iscritti ai Libdem. Nel raffronto con altri leader conservatori, Johnson ha fatto meglio anche di Iain Duncan Smith, primo leader Tory eletto direttamente dagli iscritti, che nel 2001 ottenne il 61% dei consensi, con una partecipazione del 78%. Johnson non è però riuscito a battere il suo ex rivale, David Cameron, eletto leader nel 2005 col 68% dei voti. In quell’occasione la partecipazione al voto fu del 78%.

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