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Gioco d’azzardo, scatta il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni: che cosa non vedremo più e cosa resta lecito - 2/5

A un anno dal decreto Dignità sono scadute anche le ultime deroghe: niente più spot su giornali, tv generalista e pay-tv, né sulle maglie dei giocatori e durante manifestazioni culturali e sportive. Previste eccezioni per le lotterie nazionali a estrazione differita, per le comunicazioni di mero carattere informativo su quote e jackpot. In caso di violazioni è prevista una multa pari al 20% del valore della sponsorizzazione e comunque non inferiore ai 50mila euro
Gioco d’azzardo, scatta il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni: che cosa non vedremo più e cosa resta lecito - 2/5
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1 – Il decreto legge: salve le “lotterie differite nazionali”

Secondo il testo dell’articolo 9 del provvedimento firmato dal vicepremier Luigi Di Maio, entrato in vigore il 14 luglio 2018 e convertito in legge il successivo 7 agosto, qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi e scommesse, è vietata. Per chi non rispetta la legge è prevista una multa pari al 20% del valore della sponsorizzazione (o della pubblicità) e comunque non inferiore ai 50mila euro per ogni violazione. Una norma che doveva essere estesa dal 1° gennaio 2019 anche alle sponsorizzazioni, ma che l’emendamento “milleproroghe” di fine 2018 ha fatto slittare di qualche mese. Restano escluse le “lotterie nazionali a estrazione differita”, cioè i giochi ad estrazione che prevedono una vincita non immediata come ad esempio la Lotteria Italia, o il SuperEnalotto. Nessuna specificazione nel testo per quanto riguarda insegne e informazioni relative al gioco.

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