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Sea Watch, i legali di Carola Rackete querelano Salvini per diffamazione. Il ministro dell’Interno: “Non mi fa paura”

L'avvocato Alessandro Gamberini: "Lasciamo perdere la propaganda truculenta che la qualifica come delinquente, quella che è abituato a fare il ministro dell’Interno in maniera invereconda e irresponsabile, il giudice ha detto che non c'è nulla"
Sea Watch, i legali di Carola Rackete querelano Salvini per diffamazione. Il ministro dell’Interno: “Non mi fa paura”
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Gli avvocati di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3, sono pronti a querelare per diffamazione Matteo Salvini. “Non è facile raccogliere tutti gli insulti che Salvini ha fatto in queste settimane e anche le forme di istigazione a delinquere, cosa che è ancora più grave se fatta da un ministro dell’Interno”, ha dichiarato Alessandro Gamberini, uno dei legali della 30enne tedesca, ai microfoni di Radio Cusano Campus. “Nel circuito di questi leoni da tastiera abituati all’insulto – ha aggiunto – è lui che muove le acque dell’odio. Una querela per diffamazione è il modo per dare un segnale. Quando le persone vengono toccate nel portafoglio capiscono che non possono insultare gratuitamente”.

Non si fa attendere la risposta del ministro dell’Interno, che su Twitter scrive: “Infrange leggi e attacca navi militari italiane, e poi mi querela. Non mi fanno paura i mafiosi, figurarsi una ricca e viziata comunista tedesca! Bacioni”.

Il gip di Agrigento Alessandra Vella aveva escluso il reato di resistenza a pubblico ufficiale e quello di resistenza a nave da guerra e non aveva, quindi, convalidato l’arresto della comandante della nave della ong tedesca né disposto misure di custodia cautelare. Carola Rackete rimane comunque indagata. “Io mi sono subito affrettato a dire che abbiamo vinto una battaglia, ma non la guerra – ha continuato Gamberini -. Il procedimento continua. Carola è tornata libera senza alcuna limitazione e il giudice ha sgombrato il campo dalla possibilità che quella della Guardia di finanza possa essere considerata nave da guerra”.

E, conclude l’avvocato: “Lasciamo perdere la propaganda truculenta che la qualifica come delinquente, quella che è abituato a fare il ministro dell’Interno in maniera invereconda e irresponsabile, il giudice ha detto che non c’è nulla, che quella condotta è stata nell’ambito di una risposta ad una situazione drammatica che c’era a bordo. Trattare come nemico principale una barca che ha salvato 50 naufraghi che si avvicina alle nostre coste è davvero ridicolo. Salvini avrebbe autorizzato sbarco il mattino successivo? Questo non era stato assolutamente comunicato a Carola, lei non è abituata ai giochini politici di cui Salvini è maestro”.

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