Non ci sarà nessuna procedura d’infrazione per debito contro l’Italia. Il collegio dei commissari europei ha deciso di non raccomandare al Consiglio Ue di aprire la pratica. L’annuncio ufficiale è stato dato dal commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici: “Avevamo posto tre condizioni all’Italia”, ha detto durante una conferenza stampa, “dovevamo compensare lo scarto per il 2018, quello del 2019 da 0,3 e ottenere garanzie sul bilancio 2020. Il governo ha approvato un pacchetto che risponde alle nostre tre condizioni” e quindi “la procedura per debito non è più giustificata”. Sul caso dovranno esprimersi i ministri che compongono l’Ecofin la settimana prossima: “Sono molto fiducioso”, ha aggiunto il commissario francese, “che concorderanno”. Quindi si è rivolto al premier Giuseppe Conte: “Do il benvenuto alla volontà del premier di perseguire un dialogo costruttivo con noi al fine di garantire che il progetto di bilancio sarà conforme al braccio preventivo del Patto. Può stare tranquillo, la mia porta rimane aperta“.

Moscovici: “Non siamo alla fine del percorso. Monitoreremo la manovra per il 2020”
Il risultato raggiunto è frutto delle trattative degli ultimi giorni del governo italiano con Bruxelles ed è arrivato dopo l’approvazione, nel consiglio dei ministri del primo luglio scorso, di un decreto ad hoc che congela i risparmi di quota 100 e reddito di cittadinanza per ridurre il deficit. Sempre il primo luglio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è espresso personalmente nel merito: “Non credo che la procedura abbia ragione di essere aperta”. Una presa di posizione molto netta che ha permesso di aiutare le mediazioni. Moscovici, motivando la decisione di non aprire la procedura, ha fatto riferimento proprio alle ultime misure adottate dall’esecutivo italiano, grazie alle quali “l’Italia rispetterebbe globalmente le regole del Patto nel 2019 per quanto riguarda lo sforzo strutturale, raggiungendo così la conformità. Effettuerebbe un aggiustamento più grande del previsto e compenserebbe gran parte della deviazione osservata nel 2018. Per quanto riguarda il deficit nominale, l’Italia rispetterebbe anche l’impegno assunto lo scorso dicembre riducendo il suo disavanzo al 2,04% del PIL nel 2019. Questo è stato un punto importante per noi per mantenere la credibilità di questo accordo“. Moscovici ha però specificato: “Non siamo alla fine del percorso. Monitoreremo molto attentamente il documento programmatico di bilancio” dell’Italia per il 2020, che dovrà essere presentato “entro il 15 ottobre”, cosa che sarà “uno degli ultimi compiti” di questa Commissione. In conferenza stampa non era presente il commissario Valdis Dombrovskis, ma a questo proposito Moscovici ha detto: “E’ successo in passato che avevamo opinioni diverse, ma oggi abbiamo la stessa sensibilità per arrivare alla stessa conclusione. Restare fermi ma continuare nel dialogo“.

La considerazione fatta dai commissari, è stata così riassunta dal commissario: “L’Italia compie lo stesso sforzo previsto a dicembre, ma senza crescita. Pensiamo che sarebbe controproducente dal punto di vista economico e del debito pubblico chiedere alle autorità italiane di fare di più quest’anno”. E ancora: “Abbiamo insistito con i nostri interlocutori italiani sulla necessità di rispettare le regole del Patto continuando a 2020 per fornire uno sforzo strutturale significativo. Questo deve passare attraverso la sostituzione dell’aumento dell’Iva, che il governo non vuole attuare, attraverso misure alternative che assicurino il rispetto generale del Patto. Questo richiederà anche un programma di riforme strutturali che consenta all’economia italiana di generare una crescita sufficiente e quindi abbattere il deficit e il debito. Prendo nota con soddisfazione dell’impegno delle autorità italiane”. Quindi ha concluso: “Ho letto tante volte in queste ultime settimane che la Commissione stava preparando una procedura disciplinare contro l’Italia. Ma l’obiettivo del patto di stabilità e crescita non è punire o mettere in riga nessuno. È per garantire che i governi perseguano finanze pubbliche sane e correggano rapidamente i problemi quando si verificano”.

Il Mef pubblica la lettera inviata da Conte e Tria alla commissione Ue
Il ministero dell’Economia, nel primo pomeriggio, ha pubblicato la lettera inviata dal premier Giuseppe Conte e dal ministro dell’Economia Giovanni Tria alla commissione Ue per chiedere che la procedura non fosse aperta. Le stime per il 2020 a legislazione vigente saranno riviste, si legge, “alla luce dei trend favorevoli osservati nel 2019 e delle spese per le nuove misure di welfare, reddito di cittadinanza e pensione anticipata” che “ci aspettiamo più basse di quanto previsto anche nel 2020”. E ancora: “L’obiettivo complessivo della nuova politica di bilancio per il 2019 e della strategia da presentare nel progetto di bilancio 2020 è conseguire un’ampia adesione al patto di stabilità e crescita”. La nuove stime di bilancio dell’Italia per il 2019 prevedono un miglioramento del deficit strutturale di “oltre 0,3 punti percentuali” rispetto al peggioramento di 0,2 punti percentuali indicato a dicembre, un “maggior sforzo di bilancio che rappresenta un significativo miglioramento dato il contesto di una quasi stagnazione economica”. La missiva conferma una riduzione di 7,6 miliardi di euro delle stime di indebitamento netto per quest’anno, grazie ai due miliardi di spesa congelati dal cdm del 19 giugno, alla correzione di bilancio appena approvata e al decreto legge che congela 1,5 miliardi di risorse in vista di un minor ‘tiraggio’ da reddito di cittadinanza e ‘Quota 100’.

Per il 2020 il governo “ribadisce l’impegno a raggiungere un miglioramento strutturale in linea con le richieste del Patto di stabilità”. Nella lettera alla Ue si ricorda anche che il Parlamento ha approvato i target chiedendo di eliminare gli aumenti dell’Iva con misure alternative. Il governo, si sottolinea, “ha formulato” a questo scopo “una strategia integrata che si basa su una nuova spending review e sulla revisione delle tax expenditures”, cioè gli sconti fiscali.

E si chiude, il “consolidamento” della finanza pubblica proseguirà insieme alle riforme strutturali. E per rispondere alle raccomandazioni Ue il governo si concentrerà sul miglioramento dell’efficienza della pubblica amministrazione e del sistema della giustizia. In più, si legge ancora, sarà messa in campo una “ampia strategia” per migliorare “il capitale umano e la produttività”.

Di Maio: “L’annuncio di oggi rende giustizia all’Italia e a questo governo”. Moavero: “Frutto del lavoro di squadra”
Il primo a parlare dal fronte italiano è stato il vicepremier M5s Luigi Di Maio: “Innanzitutto volevo fare le mie congratulazioni al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per il lavoro svolto ai tavoli europei”, ha scritto su Facebook. “È stata evitata una procedura di infrazione che sarebbe potuta ricadere sul Paese, per colpa del Pd. L’Italia non la meritava e l’annuncio di oggi rende giustizia all’Italia e a questo governo”.

Poi è arrivato il commento del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, che, attraverso il profilo Twitter della Farnesina, ha scritto: “La decisione della Commissione corona l’intenso lavoro di squadra volto a dimostrare, con dati e atti concreti, che non ne sussistevano presupposti contabili, economici e giuridici”.

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