A oltre un mese dalle elezioni comunali, Pescara non ha ancora una giunta. Il nuovo sindaco, l’avvocato Carlo Masci, non riesce a vararla. Eletto con un centrodestra a maggioranza leghista, partito di cui lui non fa parte, è proprio il Carroccio a mettergli il bastone tra le ruote. L’impasse da record nasce dal rispetto delle quote rosa. Masci ha previsto nove assessorati, di cui quattro riservati alle donne. Alla Lega toccano tre assessori, e vuole che due di questi siano di genere femminile. Ma i salviniani non ci stanno: “Alle quote rosa ci pensino Forza Italia e gli altri”.

I nomi che pretende la Lega sono quelli di Gianni Santilli, Adelchi Sulpizio e Patrizia Martelli: una sola donna, quindi. Più Marcello Antonelli alla presidenza del Consiglio comunale. Non un’assessora in più. Un duello sulla pelle della semi-parità di genere nella politica locale: il Testo unico sugli Enti locali (il Tuel) prevede infatti che il “sindaco nomini i componenti della giunta nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi”. Mentre l’art. 1, c. 137, della legge n. 56/2014 ha stabilito che “nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3mila abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico”. E Pescara di abitanti ne ha oltre centomila.

A inizio settimana si riunisce il primo Consiglio comunale e lo scontro arriverà a un bivio decisivo. Ha spiegato Masci: “Lunedì dovrò approvare in giunta la delibera con le linee di mandato da portare in Consiglio. In quel momento ci sarà la giunta. Se i partiti, a cui ho chiesto un supplemento di riflessione per arrivare all’intesa tra tutte le componenti della coalizione, troveranno un accordo, tenuto conto che l’unica questione sospesa è una quota di genere, allora farò la giunta a 10. In caso contrario ne farò una ridotta, visto che esiste un numero massimo di assessori ma non uno minimo”.

“L’unico vincolo è il rispetto della quota di genere“, ha sottolineato Masci. Per poi spiegare: “Lascerò comunque gli spazi per un accordo di coalizione. Ognuno qui deve ragionare per il bene comune. Con la Lega non ci sono problemi sui numeri che ci hanno chiesto: può esserlo la differenza di genere?”. Il suo piano B è quello di una giunta a 5, senza il Carroccio che garantirebbe comunque l’appoggio esterno.

“I nostri nomi sono questi, Santilli, Sulpizio e Martelli, più la presidenza del Consiglio comunale. Su queste posizioni non cederemo – gli ha replicato Luca De Renzis, segretario provinciale della Lega di Pescara – Se il sindaco le accetta, possiamo metterci subito al lavoro per la nostra città. Altrimenti non escludiamo l’ipotesi di un appoggio esterno. I cittadini vogliono questo, basta con i giochi sulle poltrone: abbiamo individuato le persone migliori”. Marinella Sclocco, che alle elezioni del 26 maggio aveva sfidato Carlo Masci per la carica di primo cittadino, ha commentato: “Pescara è ostaggio di uno scontro surreale per le poltrone all’interno del centrodestra, che ha bloccato la città. È poi scandaloso il braccio di ferro per le quote rosa in giunta. Le donne devono stare a casa a fare la maglia?”.

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