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Ultimo aggiornamento: 9:52 del 3 Luglio 2019

Sea Watch, De Falco: “Meloni? Affondi lei la nave se ha il coraggio. Carola Rackete? L’ho apprezzata tantissimo”

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Caso Sea Watch? Mi trovo a Lampedusa e sto vivendo questi momenti con frustrazione. Molti dimenticano che ci sono le convenzioni di Amburgo e Solas che impongono determinati comportamenti ai comandanti delle navi. E gli Stati, aderendo a queste convenzioni, hanno sottoscritto una chiarissima limitazione della propria potestà legislativa”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di  “Barba e capelli”, su Radio Crc da Gregorio De Falco, senatore del Gruppo Misto, ex M5s, e capitano di Marina.

De Falco puntualizza: “Stiamo parlando da giorni di 42 persone ferme in mezzo al mare, 42 naufraghi, da non confondere con i migranti, che vanno via dalla loro terra d’origine. Queste persone hanno semplicemente bisogno di soccorsi. La differenza tra naufraghi e migranti è fondamentale. Non si applica nemmeno il decreto sicurezza bis. Io ho molto apprezzato la comandante Carola Rackete, perché è stata perfettamente coerente con tutti gli obblighi che le impone il suo ruolo. E questi obblighi non sono affatto facili. Tutto ciò che ha fatto è stato terminare l’operazione di soccorso iniziata con il salvataggio, tirando fuori quelle persone fuori dal un pericolo immediato”.

Poi si pronuncia sull’appello della deputata di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Vuole affondare la nave? Spari e affondi lei la nave, se ne ha il coraggio. Perché delegano sempre ad altri e si mettono dietro ai soldati? Questa è ignoranza, ricerca di visibilità, null’altro. Quindi, la si spara più grossa possibile. Parlano di 42 migranti fermi in mezzo al mare da 15 giorni, mentre decine e decine di migranti senza volto arrivano lo stesso. Il fallimento è proprio questo qui. La verità è che l’obiettivo sono le ong, cioè far sì che che non ci siano occhi e testimoni nel Mediterraneo”.

E conclude: “Sto soffrendo e patendo coi miei colleghi della Guardia Costiera e della Marina Militare per il ruolo che hanno dovuto assumere. Fino a tre anni fa il comportamento della comandante Carola Rackete sarebbe stato oggetto di elogi, di medaglie, di riconoscimenti. Ora invece non hanno la possibilità di essere fieri di ciò che fanno“.

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