Paolo Bellini, 66 anni, ex ‘Primula nera’ di Avanguardia Nazionale, sarà nuovamente indagato per la Strage della stazione di Bologna. Il gip Francesca Zavaglia ha infatti revocato il proscioglimento del 28 aprile 1992 come chiesto dalla Procura generale che ha avocato a sé il fascicolo di indagine sui mandanti dell’attentato del 2 agosto 1980, 85 morti e oltre 200 feriti. Il giudice ha dato sei mesi per svolgere indagini. La procura generale aveva chiesto la revoca del proscioglimento anche per un fotogramma che compare in un filmato amatoriale Super 8 girato da un turista tedesco in cui si notava una “spiccata somiglianza” fra una persona immortalata quella mattina nei pressi del primo binario poco dopo l’esplosione e Bellini. All’epoca, a differenza di quello che avviene oggi con gli smartphone, le riprese amatoriali erano rarissime ed erano realizzate solo da pochi appassionati in possesso di videocamere. Le nuove tecnologie, però, potrebbero consentire di stabilire se quella persona che appare in quel video è proprio l’ex ‘Primula nera’ di Avanguardia Nazionale.

Il filmato contiene riprese dei momenti immediatamente precedenti e successivi all’attentato. Prima il turista filmò dal treno l’arrivo in stazione sul primo binario, alle 10.13, 12 minuti prima dello scoppio. Poi il video prosegue, con immagini di poco dopo l’esplosione, e, andando verso la sala d’aspetto, vengono riprese una serie di persone presenti, mentre si inizia a scavare tra le macerie. Nei mesi scorsi i difensori dei familiari delle vittime, gli avvocati Andrea Speranzoni, Giuseppe Giampaolo, Nicola Brigida e Roberto Nasci hanno avevano depositato in Procura generale, che ha riaperto l’indagine sui mandanti della Strage, una rielaborazione del filmato, recuperato nell’Archivio di Stato, con fotogrammi ingranditi delle varie persone filmate. Uno di questi mostra una persona con i capelli ricci, i baffi e le sopracciglia folte, simile a com’era Bellini nelle foto dell’epoca a cui  inizialmente attribuita una diretta partecipazione nell’attentato, ma poi negò la sua presenza, indicata da due testimoni, a Bologna la mattina del 2 agosto. Fornì un alibi che destò sospetti di falsità, come ricorda anche la procura generale nella richiesta di revoca della sentenza, ma fu prosciolto per mancanza di riscontri.  

C’è poi anche un altro particolare, emerso da un’intercettazione ambientale del 1996, che ha portato la procura generale a chiedere di indagare sulla primula nera di Avanguardia nazionale: Carlo Maria Maggi, ex capo di Ordine Nuovo, condannato per la strage di Brescia e morto a dicembre, parlando con un familiare disse di essere a conoscenza della riconducibilità della Strage di Bologna alla banda Fioravanti e che all’evento partecipò un “aviere“, che portò la bomba. Bellini era infatti conosciuto nell’ambiente della destra per la passione per il volo tanto che conseguì il brevetto da pilota. La sua posizione sarà discussa in un’udienza il 28 maggio, quando il gip dovrà decidere se gli elementi portati dagli inquirenti sono sufficienti per procedere all’iscrizione di Bellini nel registro degli indagati per il reato di concorso in strage.

Originario un passato in Avanguardia Nazionale, condito da diversi arresti mancati che gli hanno fatto conquistare sul campo il soprannome di Primula Nera, quella di Bellini è una storia da film: esperto di opere d’arte, fuggito in Brasile, noto per diversi anni come Roberto Da Silva, nel 1999 finisce in manette e decide di collaborare con la magistratura, confessando una decina di omicidi, tra cui quello dell’esponente di Lotta Continua Alceste Campanile. Poi collabora anche con la procura di Palermo che indaga sulla Trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa nostra. Racconta anche di aver conosciuto Nino Gioè e di aver intrattenuto con lui una sorta di trattativa parallela: i mafiosi avrebbero fatto ritrovare alcune opere d’arte rubate, e in cambio avrebbero ottenuto l’alleggerimento del carcere duro. Ipotesi mai andata in porto, ma una delle tante piste dietro alle stragi  di Firenze, Roma e Milano, conduce proprio alla Primula Nera, che sarebbe stato l’ispiratore degli attentati mafiosi al patrimonio artistico italiano. Per la procura siciliana, tra l’altro, Bellini si trovava a Enna quando Totò Riina ordinò agli altri boss mafiosi di rivendicare omicidi e stragi commessi dal 1992 in poi con l’oscura sigla della Falange Armata. Le stragi, la Trattativa, gli anni di piombo, gli omicidi e ora anche la strage di Bologna: pezzo di un puzzle dove Bellini compare più volte. Forse anche in un filmino amatoriale girato da un turista tedesco in stazione. Pochi minuti prima di una strage.

Articolo Precedente

Fca, la profezia di Airaudo: “Sentiremo parlare di altre vendite o totali o parziali di pezzi del gruppo”

next
Articolo Successivo

Magistrati, ok del Csm a un periodo cuscinetto per assicurare le ferie effettive

next