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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 9:13 del 24 Maggio 2019

Genova, antagonisti contro il comizio di Casapound: il raccontro della giornata tra lacrimogeni, cariche e scontri

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Una giornata di disordine pubblico come non se ne vedeva dai tempi del G8 a Genova, con oltre 300 operatori di polizia in tenuta anti-sommossa per garantire la sicurezza del comizio conclusivo di Casa Pound in Liguria che alla fine vedrà la partecipazione di non più di una ventina di attivisti. Sei feriti tra i quali il giornalista di Repubblica Stefano Origone, pestato a sangue da un gruppo di poliziotti che gli hanno procurato un trauma cranico, due costole fratturate e due dita rotte, lividi e segni di manganelli e anfibi su tutto il corpo, due fermati tra gli antifascisti per gli scontri con le forze dell’ordine e molte denunce in arrivo.

Ma il giorno dopo torna a far discutere la scelta di piazza Marsala, piccola e trafficata, in pieno centro, luogo palesemente inadeguato per ospitare un evento del genere, come dimostrano le richieste insistenti di evitare l’evento arrivate nei giorni precedenti da residenti, commercianti. Per riservare la piazza alla chiusura della campagna elettorale di Casa Pound i quattro ingressi dello slargo sono stati blindati con delle grate di ferro fin dal primo mattino, mentre gli esercizi commerciali sono stati invitati ad abbassare le saracinesca. Come se tutti si aspettassero che l’evento del partito di estrema destra a Genova, a pochi passi dalla sinagoga dove, nel 1943, i fascisti della Repubblica Sociale aiutarono i nazisti nel rastrellamento e nella deportazione degli ebrei genovesi avrebbe potuto creare disordini vista la presenza annunciata di centinaia di manifestanti antifascisti. Tra i circa tremila manifestanti pacifici anche una minoranza più aggressiva che ha provato in tutti i modi, per oltre due ore, a entrare in contatto con i militanti di Casa Pound, venendo respinta dagli operatori di polizia con lacrimogeni e cariche di alleggerimento. Una situazione che rammarica ma purtroppo non stupisce Roberto Traverso, segretario del Siap, sindacato con il maggior numero di iscritti nella Questura di Genova, che già aveva denunciato in occasione dei disordini per una recente iniziativa analoga quella che ritiene essere una “pericolosa gestione di eventi a così alto tasso di tensione”. Se il sindaco di Genova Marco Bucci si era tirato fuori da giorni rispetto alla possibilità di esercitare una forma di pressione politica per far quanto meno spostare la sede del comizio, ribadendo che la responsabilità sulla sicurezza delle piazze è esclusivamente del Prefetto, quello che viene contestata dal Siap è la gestione emergenziale e sempre improntata sull’ordine pubblico con la quale vengono gestite diverse ‘partite’ dell’amministrazione cittadina: “Quello che avevamo chiesto alle istituzioni preposte – spiega Traverso ai microfoni de ilfattoquotidiano.it – era di trovare un luogo idoneo che potesse prevenire le tensioni e gli scontri, perché l’esperienza del G8 fa ancora male e ci ha insegnato che per intervenire in queste situazioni serve la prevenzione”

 

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