Marcia indietro del governo sugli appalti senza gara. Le commissioni Ambiente e Lavori pubblici del Senato hanno infatti approvato un emendamento al decreto Sblocca cantieri firmato dal Carroccio che riporta a 1 milione di euro – come era previsto nel Codice appalti del 2016 modificato dall’ultima legge di Bilancio – la soglia sotto la quale è possibile affidare i lavori previa consultazione di un certo numero di aziende. Per gli appalti da 40 a 150mila euro (la soglia è stata alzata con la manovra) andranno consultati nell’ambito della procedura negoziata tre operatori (5 per i servizi) individuati sulla base di indagini di mercato o tramite elenchi di operatori “nel rispetto di un criterio di rotazione degli inviti”. Gli operatori da interpellare salgono a 10 per i lavori di valore compreso tra 150mila e 350mila euro e 15 fino a 1 milione di euro, sempre come già previsto dal Codice. Oltre il milione si torna alla gara ordinaria. L’aggiudicazione sarà con il criterio del minor prezzo. Le commissioni hanno approvato anche un emendamento del Movimento 5 stelle che abbassa dal 50 al 40% la soglia massima di affidamento dei lavori in subappalto. Anche su questo una mezza marcia indietro: nel Codice la soglia era fissata al 30%, prima di essere alzata con il decreto varato dal governo.

Il decreto, così come pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 aprile scorso, prevedeva invece che già sopra i 200mila euro ci fosse il passaggio dalla procedura a inviti alle gare con il criterio del minor prezzo. Aveva infatti abrogato quanto previsto dalla legge di Bilancio, cioè il ricorso alla procedura negoziata con almeno dieci operatori per appalti con valore compreso tra 150mila e 350mila euro. Lo scopo della procedura negoziata è quello di velocizzare l’aggiudicazione di un appalto, ma espone al rischio di corruzione e cartelli tra imprenditori per spartirsi i lavori. Lo Sblocca cantieri così come arrivato in Senato aveva puntato sull’introduzione del criterio del minor prezzo, al posto dell’offerta economicamente più vantaggiosa, per rispondere all’esigenza di velocizzare le gare. Solo a partire dai 5,5 milioni in su il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa resta la regola. 

Inoltre, già con la legge di Bilancio per il 2019 il governo aveva alzato da 40mila a 150mila euro il tetto sotto il quale non è necessario fare un bando di gara, a patto che si confrontassero le proposte di tre operatori. Allora, era dicembre 2018, il Movimento 5 Stelle aveva fatto muro con la Lega che invece avrebbe voluto questa soglia a 200mila euro. Soglia che poi era stata inserita nel decreto. Con l’emendamento della Lega, l’affidamento diretto torna invece sotto i 40mila euro, mentre fino ai 150mila euro c’è la procedura negoziata con 3 operatori.

Un’altra novità dello Sblocca cantieri era l’innalzamento dal 30 al 50% della soglia massima per affidare i lavori in subappalto. L’emendamento del Movimento 5 stelle, a prima firma del presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato, Mauro Coltorti, accompagnato dal capogruppo pentastellato a Palazzo Madama, Stefano Patuanelli, abbassa questa al 40% del valore dei lavori. La soglia per i subappalti alzata al 50% era stata fortemente criticata da Raffaele Cantone, presidente dell’autorità Anticorruzione: “La norma ha una serie di rischi collegati alle infiltrazione mafiose ed è pericolosa sul piano della qualità delle opere: è noto che i subappaltatori operano in regime di ulteriore risparmio. Più che al far bene si pensa al ‘fare comunque‘”.
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