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Brexit, Theresa May annuncia un “nuovo accordo”. All’interno sarà inserita anche clausola per indire secondo referendum

Il primo ministro britannico, Theresa May, ha detto in un discorso che la nuova legge quadro sarà presentata ai deputati di Westminster a inizio giugno e che sarà "l'ultima opportunità" per uscire dallo stallo interno al Regno Unito
Brexit, Theresa May annuncia un “nuovo accordo”. All’interno sarà inserita anche clausola per indire secondo referendum
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Un “nuovo accordo” sulla Brexit, “l’ultima opportunità” per uscire dallo stallo interno al Regno Unito e ratificare la definitiva uscita dall’Unione europea. Il primo ministro britannico, Theresa May, ha detto in un discorso che la nuova legge quadro sarà presentata ai deputati di Westminster a inizio giugno. E all’interno sarà inserita una clausola che, nonostante la premier rimanga contraria a una revisione del voto del 2016 sull’uscita dall’Ue, comprenderà la possibilità per i membri della Camera dei Comuni di votare su un emendamento che porti a un nuovo referendum sulla Brexit. “Stiamo facendo una nuova offerta per trovare un compromesso in Parlamento. È l’unico modo di ottenere la Brexit”, ha detto.

“Ho chiarito la mia posizione molte volte su questo punto – ha spiegato la premier riferendosi alla clausola che permette di indire un nuovo referendum – Non credo che questa sia una strada che dovremmo intraprendere perché credo che dovremmo implementare il risultato del referendum, non chiedere ai britannici di votare una seconda volta”. May spiega però il motivo che l’ha portata a inserire questa clausola nel nuovo accordo, mossa che molti hanno letto come un tentativo di forzare i Deputati ad accettare il testo: “Il governo includerà nell’introduzione dell’accordo di ritiro la possibilità di votare sul tenere o meno un nuovo referendum che dovrà avvenire prima della ratifica di un accordo di ritiro. Quindi, per tutti i membri del Parlamento che vogliono un secondo referendum: dovete votare un nuovo accordo per avere un nuovo referendum”.

L’inquilina del 10 di Downing Street lo ha annunciato durante un discorso pubblico a Londra che nel nuovo documento l’esecutivo ha inserito alcune delle richieste dell’opposizione laburista: dall’ampliamento, anche se provvisorio, dei tempi di un legame doganale con l’Ue, al mantenimento degli standard europei di tutela dei lavoratori e dell’ambiente. La premier ha infatti spiegato che sarà assicurato l’obbligo legale per il governo di cercare un’alternativa al backstop, il meccanismo di garanzia per mantenere le frontiere irlandesi aperte, ampiamente criticato da hard Brexiter e unionisti irlandesi, entro il dicembre 2020.

La premier britannica ha puntualizzato che il Parlamento si pronuncerà sulla temporanea permanenza nell’unione doganale. Nella sua dichiarazione, May ha aggiunto che su questo tema Labour e governo non sono d’accordo, quindi il Parlamento potrà sciogliere l’impasse.

Si tratta dell'”ultima chance” di un accordo trasversale sulla Brexit, ha dichiarato la premier: “Votare ‘no’ in seconda lettura vorrebbe dire votare no alla Brexit”. May ha sottolineato di aver sempre considerato il percorso verso la Brexit come “un compito enorme” dopo un risultato “chiaro, ma ravvicinato” nel referendum del 2016. “È stato ancora più difficile di quanto avessi previsto”, ha poi ammesso, aggiungendo di restare convinta in ogni modo che il miglior modo di attuare la Brexit sia “uscire dall’Ue con un buon accordo” e fissare le basi di una forte “partnership futura” coi 27 membri.

Le offerte di Theresa May sulla Brexit sono “una rimasticatura di quanto già discusso, non vedo come (la legge quadro, ndr) possa passare in Parlamento” a inizio giugno. La reazione del leader laburista Jeremy Corbyn alle novità messe sul piatto oggi dalla premier Tory non fa ben sperare il governo su un eventuale appoggio dei Labour al nuovo accordo, nonostante il primo ministro abbia dichiarato di aver cercato di soddisfare alcune delle richieste dell’opposizione. “Non vi sono cambiamenti fondamentali sull’allineamento al mercato unico e sull’unione doganale” come su altre garanzie, taglia corto Corbyn, aggiungendo che il Labour, restando così le cose, “non sosterrà” ufficialmente il testo in seconda lettura.

Dopo il discorso del primo ministro, la sterlina è schizzata a 1,2816 dollari, in forte rialzo da 1,2724 di ieri. Il cambio sterlina/dollaro ha poi frenato a 1,2755, mantenendosi in forte rialzo dopo una serie record di sedute negative che proseguivano da inizio maggio.

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