Un giorno gli smartwatch potrebbero fare molto di più che rilevare attività fisiche come la corsa o il nuoto. Un gruppo di ricercatori della Carnegie Mellon University sta conducendo uno studio finalizzato a sfruttare gli smartwatch per rilevare anche le attività sedentarie, sfruttando i movimenti del polso. Ad esempio, monitorando la digitazione sulla tastiera, lo smartwatch potrebbe raccomandare pause regolari, o una posizione errata delle mani che a lungo andare può portare a problemi alle mani. Allo stesso modo, potrebbe rilevare quanto spesso e a lungo una persona mangia, e fare un calcolo approssimativo delle calorie assorbite. O ancora, dedurre potenziali stati di ansia in funzione di quanto una persona agita frequentemente le mani.

L’idea è che le potenzialità degli smartwatch oggi sono sfruttate solo in minima parte, impedendo di offrire agli utenti servizi e indicazioni di alto livello. Il polso, su cui si indossano questi accessori, è una fonte importante di dati perché dai suoi movimenti si può dedurre ciò che stanno facendo le mani, come digitare, mangiare, bere, e altro.

Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno condotto dei test su un campione di 50 partecipanti, registrando 25 attività compiute dai polsi per circa 1000 ore. Sono attività manuali spesso indipendenti da quelle del resto del corpo, riassunte nell’immagine qui sopra. Riguardano varie fasi della vita quotidiana, come spazzolarsi i capelli, lavarsi le mani, versarsi da bere e altro.

Per raccogliere i dati, l’unica modifica che si è dovuto apportare sugli smartwatch è un potenziamento dell’accelerometro, ossia lo strumento integrato in smartwatch, smartphone e altro, che serve per rilevare i movimenti compiuti dall’oggetto. Algoritmi di apprendimento automatico hanno fatto il resto, elaborando le informazioni.

Come ha precisato il ricercatore Chris Harrison, “non c’è bisogno di hardware aggiuntivo, gli smartwatch hanno già tutto ciò che serve per effettuare questo tipo di tracciamento, basta poco più di un aggiornamento software”. Le attività svolte in fase di test hanno registrato una precisione del 95,2%, ma è da notare che nel video, durante i test, le persone indossano due smartwatch per rilevare le attività di entrambi i polsi. Un destrorso di solito indossa l’orologio a sinistra, e difficilmente usa questa mano per spostare il mouse, pettinarsi o lavarsi i denti.

 

Perché dovrebbe essere importante tracciare le attività quotidiane? Ad esempio, un’app potrebbe indicare che sarebbe salutare lavarsi i denti dopo pranzo, o che si beve troppo poco nel corso della giornata, generando promemoria che spingano ad assumere questa abitudine. Il lavoro fin qui svolto ha stabilito la fattibilità del rilevamento di attività manuali tramite smartwatch. Da qui a condurre rilevazioni di massa la strada è lunga, anche perché ci sono evidenti problemi di privacy, dato che ogni singola attività quotidiana potrebbe essere rilevata.

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