Caster Semenya pensa al ritiro. Dopo che mercoledì il Tas, Tribunale arbitrale dello sport, ha respinto il ricorso della campionessa sudafricana contro le nuove regole della Iaaf, la Federazione internazionale di atletica leggera, approvate per la prima volta lo scorso anno ma sospese in attesa degli sviluppi legali, Semenya su Twitter ha scritto: “Io sono e sarò sempre questa. Ho finito“. Con la sentenza di ieri, la mezzofondista dovrebbe assumere farmaci per abbassare il livello di testosterone se volesse continuare a correre nelle gare di atletica femminile. Il Tribunale ha sollevato critiche al nuovo regolamento, ma ha stabilito che “tale discriminazione è un mezzo necessario, ragionevole e proporzionato per raggiungere l’obiettivo della Iaaf di preservare l’integrità dell’atletica femminile in alcune discipline”.

Secondo le nuove norme, per essere considerate idonee a gareggiare nelle gare di mezzofondo femminili conta il livello di testosterone che deve rimanere sotto i 10 nmol/l almeno per un anno prima della competizione. La Federazione internazionale sostiene infatti che se gli atleti con differenze di sviluppo sessuale (Dsd) hanno livelli di testosterone maschile, è necessario “preservare l’equità della competizione femminile” e quindi chiedere a questi atleti di “ridurre i livelli prima di una competizione internazionale”. Una regola pensata anche per gli atleti che cambiano sesso, ma che obbliga le donne con iperandrogenismo ad abbassare il loro livello di testosterone con i farmaci per poter partecipare alle gare.

L’iperandrogenismo indica appunto una eccessiva produzione di ormoni maschili da parte delle ghiandole endocrine, surreni e ovaie. È la patologia di cui soffre anche Semenya, due volte campionessa olimpica negli 800 metri. Il Tas, pur esprimendo “serie preoccupazioni riguardo alla futura applicazione pratica di questo regolamento”, ha respinto il ricorso della sudafricana. Tuttavia, “non ha convalidato le regole della Iaaf”, ha chiarito il segretario generale del Tribunale, Mathieu Reeb. “Spetta alla Iaaf ora lavorare sui suoi regolamenti per adattarli alle riserve da noi suggerite”.

Allo stato attuale quindi, le nuove norme non si applicheranno fino a quando la Federazione non avrà corretto gli aspetti controversi. Tre sono in particolare le problematiche per gli esperti. In primo luogo, la difficoltà di applicare il principio della responsabilità oggettiva fissando una soglia di testosterone da rispettare. Poi la difficoltà di provare l’effettivo vantaggio atletico tra gli atleti con iperandrogenismo sulle distanze tra i 1500 metri e il miglio. Infine, i possibili effetti collaterali del trattamento ormonale.

Se non è una vittoria per la Iaaf, la decisione del Tas è senza dubbio una sconfitta per Semenya e altri atleti con iperandrogenismo, come le medaglie di bronzo e argento negli 800 alle Olimpiadi di Rio 2016, Francine Niyonsaba (Burundi) e Margaret Wambui (Kenya). “Le donne con variazioni di intersessualità hanno lo stesso diritto alla dignità e al controllo sui loro corpi delle altre donne, è profondamente deludente che il Tas validi regole che sono i conflitto con gli standard internazionali sui diritti umani“, ha dichiarato Liesl Gerntholtz, vice direttrice esecutiva del Programma di Human Rights Watch e direttrice esecutiva della divisione Donne. “Nel controllare ed escludere le concorrenti sulla base dei loro livelli ormonali naturali, i regolamenti della Iaaf stigmatizzano, stereotipano e discriminano tutte le donne”, ha affermato Gerntholtz.

Le due posizioni
Il problema principale è stabilire con certezza quali siano i vantaggi prestazionali dovuti a particolari condizioni ormonali. Nella comunità scientifica non esiste una risposta univoca e finora lo sport non è stato in grado di trovare una soluzione in grado di accontentare tutti. La Iaaf ha provato a trovare un compromesso, individuandolo appunto nel livello di testosterone. Il testosterone infatti, se assunto come doping, migliora indiscutibilmente le prestazioni: altrettanto però non si può dire con assoluta certezza di quello prodotto naturalmente dal corpo. Esistono inoltre una grandissima varietà di “anomalie” biologiche in grado di dare vantaggi a un atleta, ma non vengono regolate. Su questo punto, la Iaaf ha sempre replicato che, a differenza di altri fattori, il testosterone va regolato perché è responsabile delle differenze di prestazioni tra uomini e donne, quindi della divisione in due categorie.

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