Quattro domande alla Lega sul caso Siri. Quando mancano poche ore al Consiglio dei ministri, che è slittato dalle 18 alle 19, i 5 stelle hanno deciso di pubblicare sul Blog delle Stelle un post con alcuni quesiti rivolti al Carroccio e altrettante accuse di non voler dare spiegazioni ai cittadini sulla posizione del sottosegretario ai Trasporti. I grillini, oltre a tornare a chiedere le dimissioni di Siri, sono entrati nel merito dell’inchiesta che ha travolto l’esponente leghista. “La politica”, si legge, “deve dare il buon esempio. Nessuno può nascondersi dietro la presunzione di innocenza di fronte all’ipotesi di un reato di corruzione. Non può farlo, a maggior ragione, quando nella stessa inchiesta emergono legami con la mafia. Quando un politico viene accusato dalla magistratura di essere un corrotto, deve fare un passo indietro e chiarire. Si può difendere, è un suo diritto, ma deve farlo lontano dalla sua carica. È quel che è accaduto al sottosegretario Armando Siri. E quel che abbiamo chiesto, in virtù della nostra coerenza, è stato che si mettesse in panchina fino al chiarimento definitivo, che rinunciasse al suo incarico nel governo mantenendo comunque il ruolo di senatore”. E qui il M5s ha attaccato direttamente il Carroccio: “Questo principio per il Movimento 5 stelle è un pilastro indiscutibile. La Lega invece finora si è tirata indietro. Ha minimizzato, e non ha dato risposte ai cittadini. O, peggio ha cercato di spostare l’attenzione sposando la linea dell’Espresso e attaccando in maniera strumentale Virginia Raggi”.

E ancora, continuano i 5 stelle: “Non si può negare una spiegazione ai cittadini. Questo comportamento è figlio di un’era che pensavamo ci fossimo messi alle spalle. Gli italiani hanno il diritto di sapere come vengono gestiti i loro soldi. Hanno il diritto di sapere se chi li governa agisce per un interesse personale o collettivo. Di fronte a questa richiesta un partito non può fare spallucce e tirare dritto. Queste cose le facevano Renzi e Berlusconi, non noi”. I grillini dicono di aver aspettato qualche giorno prima di attaccare direttamente i soci di governo: “Abbiamo aspettato qualche giorno prima di lanciare questo appello, e ci auguriamo che dalla Lega arrivi un segnale. Abbiamo visto il sottosegretario Siri smentirsi nell’arco di 24 ore. Lo abbiamo visto dire in un primo momento che non si era mai occupato di eolico e di non sapere chi fosse Arata. Il giorno dopo, però, ha cambiato versione, ammettendo di aver presentato degli emendamenti sull’eolico e di conoscere anche Paolo Arata“.

Seguono, dopo una breve ricostruzione dell’intera vicenda, le quattro domande indirizzate alla Lega: “Quali sono i reali rapporti tra Siri, la Lega e Paolo Arata (l’ex parlamentare di Forza Italia, adesso responsabile del programma della Lega per l’ambiente che, secondo l’accusa, sarebbe vicino a Vito Nicastri, imprenditore indicato dai magistrati come ‘finanziatorè della latitanza del boss Matteo Messina Denaro)? – chiede il M5s – Perché il sottosegretario Siri ha presentato più volte delle proposte, sempre bloccate e rispedite al mittente dal MoVimento 5 Stelle, per incentivare l’eolico (materie oggetto di interesse proprio di Paolo Arata)? Per quale fine?”. E ancora, incalza il M5s, “perché Siri si è contraddetto, cambiando versione più volte (quando è uscita la notizia dell’indagine per corruzione ha detto: ‘Non mi sono mai occupato di eolico in vita mia’. Poi ha ammesso di aver presentato una proposta di modifica alla legge sugli incentivi: ‘Me l’ha chiesto una filiera di piccoli produttori’. Infine, al Corriere, ha dichiarato: ‘Arata mi ha fatto una testa così e gli ho detto ‘va bene, mandamelo’)?”.

Infine, nell’ultimo quesito indirizzato alla Lega, il M5s ricorda come il figlio di Arata sia “stato assunto da Giorgetti presso il Dipartimento programmazione economica. Giorgetti sapeva che era figlio di Arata e dei rapporti del padre con Nicastri?” “Il più grande capitale dei cittadini italiani è la reale volontà di cambiamento delle forze al governo. Dare una risposta a queste domande significa dire ai cittadini che in Italia le cose sono cambiate davvero. Il cambiamento non ammette sconti, o scorciatoie. Prima di tutto con se stessi, come il Movimento 5 Stelle ha sempre dimostrato. Andiamo avanti a lavorare, c’è tanto da fare, ma con serietà”, conclude il M5S.

Articolo Precedente

25 aprile, da Cumiana a Lentate sul Seveso fino a Trieste: i Comuni che non festeggiano la Liberazione

next
Articolo Successivo

Cdm, scontro Lega-M5s: il Salva Roma approvato a metà. Conte a Salvini: “Non siamo i tuoi passacarte”

next