Candidato in Europa ma con la promessa di non abbandonare Parma. Almeno nelle intenzioni. Federico Pizzarotti, a un anno dalla fondazione di Italia in Comune, è già pronto a correre per l’Europarlamento. L’ex Cinquestelle confermato nel 2017 alla guida del Comune di Parma dopo l’addio al Movimento, ha rotto gli indugi: sarà capolista al Nord-Est per Italia in Comune e +Europa. “Saranno le elezioni europee più importanti degli ultimi cinquant’anni, esserci significa decidere il lavoro, la prosperità e la qualità della vita nelle nostre città e nel Paese. E io per Parma e per l’Italia desidero un futuro sicuro e all’altezza delle loro aspettative – ha annunciato Pizzarotti in una conferenza a Roma con gli altri candidati – Ho deciso di mettermi al servizio del progetto. Chi ci voterà, non voterà la persona ma l’idea di Italia e di Europa che sogniamo, un’Italia forte in una Europa unita”.

Pizzarotti nel suo discorso di candidatura nomina la sua città, ma in caso di elezione si troverà di fronte a una scelta. I suoi fedelissimi assicurano che il sindaco emiliano rinuncerà alla poltrona europea per mantenere l’impegno del suo mandato. Le opposizioni in consiglio comunale però sollevano il timore che Parma sia già stata dimenticata per obiettivi più “alti” e chiedono di fare un passo indietro. Anche perché nell’imminenza ci sono appuntamenti cruciali per la città come Parma capitale della cultura 2020, che Pizzarotti aveva fortemente voluto. Per Lorenzo Lavagetto, capogruppo Pd in consiglio comunale, Pizzarotti “così tradisce il mandato elettorale che i cittadini gli avevano affidato pochi mesi fa, anteponendo le proprie ambizioni personali alla città che lo ha eletto – ha attaccato – Se intende dimettersi da parlamentare europeo una volta eletto, lo dica subito, i cittadini di Parma e gli elettori apprezzano la sincerità”. Il dito è puntato anche sulla coerenza dell’ex grillino, che quando si presentò nel 2012 contro il presidente della Provincia Pd Vincenzo Bernazzoli, lo attaccò perché non si era dimesso prima delle elezioni. “Adesso che tocca a lui, se gli andasse male vorrà tornare dall’amante tradita? A quel punto chissà se Parma lo perdonerà – continua Lavagetto – Credevamo che Pizzarotti fosse al servizio dei cittadini di Parma che lo hanno eletto. Invece è al servizio del progetto politico nazionale cui si è inserito.”

Se, al contrario di quanto si dice tra la maggioranza, Pizzarotti decidesse di rinunciare alla poltrona di sindaco, per Parma significherebbe andare a elezioni anticipate nel 2019 o nel 2020. Una mossa che deluderebbe gli elettori, che nel 2017 avevano riconfermato a pieni voti il primo cittadino dopo la sua uscita dai Cinquestelle, anche perché Pizzarotti, proprio durante gli scontri con Beppe Grillo, aveva sempre messo Parma e il suo impegno di sindaco al primo posto, giustificando spesso anche così le sue azioni non in linea con i diktat del Movimento.

A meno di due anni di distanza però, lo scenario sembra cambiato. La tensione nella città ducale che ha visto nascere Pizzarotti come polico, dall’elezione nel 2012 con il Movimento 5 stelle fino alla rottura con Beppe Grillo e l’addio nel 2016, è nell’aria da mesi. L’opposizione lamenta un sindaco molto assente, sempre più preso da questioni nazionali del partito di cui è presidente che dagli affari locali. Tanto che anche nella maggioranza e nella giunta ci sarebbe stato qualche scricchiolio proprio a causa del defilarsi del primo cittadino dall’amministrazione ordinaria. Questioni che però sono finora state tamponate. Ma la candidatura di Pizzarotti, arrivata dopo mesi di riflessione, sicuramente non migliorerà le cose. “Perdere un sindaco impegnato in campagna elettorale per quasi due mesi – attacca Fabrizio Pezzuto (Parma Unita-Centristi) – è un lusso che nessun territorio dinamico può permettersi, meno che meno può farlo Parma! Se a questo si aggiunge il fatto che già da un anno il sindaco risulta ‘diversamente presente’ in Comune, impegnato in presentazioni o incontri politici che nulla hanno a che fare con la città, il quadro è completo.”

In municipio si parla di elezioni anticipate e si guarda con sospetto anche alla prossima corsa regionale. Sono in molti infatti a pensare, e lo stesso sindaco avrebbe dato modo di intenderlo, che le elezioni europee potrebbero essere anche una via per Pizzarotti di testare la propria forza politica in vista del voto in Emilia Romagna, per mettere sul tavolo condizioni in caso di alleanze con altri partiti. Anche per questo, sui banchi della minoranza c’è chi pensa che sarebbe addirittura meglio che il sindaco si dimettesse subito per il bene della città. “Auguriamo a Pizzarotti un felice futuro da politico, ma fuori da Parma – commenta Pier Paolo Eramo (Parma Protagonista) – compia un gesto di dignità e lasci che la città torni a riappropriarsi del suo destino con nuove elezioni”.

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