Un neonato è morto esser stato sottoposto ad un intervento di circoncisione fatto in casa. È successo a Genova la notte di mercoledì: a dare l’allarme sono state la mamma e la nonna del piccolo, entrambe originarie della Nigeria, che hanno chiamato il 118. Dopo essere state interrogate, le due donne sono state arrestate insieme a un uomo di origini africane, un “santone”, che avrebbe eseguito l’operazione sul bimbo all’interno dell’abitazione. L’accusa è di omicidio preterintenzionale. Una volta arrivati i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare il decesso e chiamare la polizia.

Questo è l’ennesimo caso di neonato morto durante un intervento di circoncisione casalingo nel giro di poche settimane: solo il 24 marzo scorso infatti, un altro bambino di cinque mesi era morto per questo motivo a Reggio Emilia. Il ministro della Salute Giulia Grillo scrive su Twitter che il tema della circoncisione “è complesso”, ma “è urgente trovare soluzioni”. “Dopo il caso di qualche giorno fa, un altro bimbo è morto per una circoncisione fatta in casa – scrive Grillo su Twitter – è urgente trovare soluzioni. Il tema è complesso e bisogna confrontarsi con le autorità religiose. Ma l’assoluta priorità è individuare un protocollo per la sicurezza dei bambini”.

La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) chiede di “inserire la circoncisione rituale nei Lea o, in subordine, approvare una legge ad hoc affinché sia accessibile a chi la richiede in strutture pubbliche e private, nei primi mesi di vita del bambino, e a costi calmierati“- “La situazione sta diventando drammatica – dice il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – l’unica soluzione possibile è dare a tutte le famiglie presenti in Italia la possibilità di effettuare questo vero e proprio intervento chirurgico in ambiente sterile e per mano di personale qualificato, chirurghi e anestesisti pediatrici, a carico del Servizio sanitario nazionale, pagando un ticket”.

“No al massacro di bambini per circoncisione clandestina”, chiede dal canto suo l’Associazione Medici di origine straniera (Amsi), che sollecita un incontro con il ministero della Salute sul tema. “Chiediamo un intervento e un incontro urgenti per fermare il massacro dei bambini innocenti per circoncisioni clandestine. La nostra campagna congiunta Amsi-Fnomceo e Ordine dei medici di Roma ha ottenuto adesione da tutti i sindacati, albi professionali, associazioni di categoria, comunità arabe e musulmane, centri culturali e moschee e comunità di origine straniera. Adesso tocca alle istituzioni competenti incontrarci, dopo questa nuova tragedia a Genova, urgentemente e dare risposte. Anche perché dopo la morte del bambino a Reggio Emilia sono arrivate più di 100 richieste all’associazione nazionale medici di origine straniera in Italia (Amsi) e alla Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), da famiglie di immigrati per interventi riparatori su bambini che hanno avuto complicanze e addirittura difficoltà di urinare e sterilità dopo circoncisioni”.

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