Per il premier Giuseppe Conte è stato un incontro “buono e proficuo“, in cui si è parlato “anche” di Tav e “abbiamo condiviso un metodo“, spiega al termine del bilaterale avuto questa mattina con Emmanuel Macron. Il presidente francese invece ha preferito aspettare il termine del vertice di Bruxelles per commentare: “Ho ricordato che abbiamo un impegno intergovernativo e ci sono degli impegni che ci legano all’Ue“. Più o meno quello che fonti dell’Eliseo avevano già fatto trapelare: l’impegno della Francia sulla Torino-Lione è chiaro, soprattutto finanziario e su questo non c’è nessun dubbio da parte dei francesi. Da Parigi arriva però anche la conferma che i ministri dei Trasporti dei due paesi si vedranno nei prossimi giorni. Saranno loro, Danilo Toninelli ed Elisabeth Borne, ad “analizzare i risultati dell’analisi costi-benefici e su quella base aprire una discussione, una discussione aperta“, ha spiegato sempre il premier Conte. “Gli ho detto che la ministra dei trasporti” francese “è disponibile ad avere uno scambio con il suo omologo” italiano, ha precisato Macron. Tra il premier italiano e il capo di Stato francese si è parlato poi di latitanti: Conte ha chiesto di “superare la dottrina Mitterand” e da Parigi è arrivata l’apertura a una “collaborazione“. Ma sul tavolo è finito anche il tema del salario minimo europeo: “Abbiamo parlato dell’Europa, lui ha dato il suo sostegno a diverse proposte, in particolare l’idea di un salario minimo nei Paesi europei, cioè di andare verso una convergenza sociale”, ha spiegato Macron.

Il bilaterale programmato prima del vertice di Bruxelles non era cominciato sotto i migliori auspici, dopo che il capo di Stato francese nella notte aveva dichiarato che sul Tav “la Francia ha sempre avuto la stessa posizione, adesso è un problema italiano, io penso che i temi europei sono sufficientemente importanti”. “Credo che ogni volta che ci sono dei temi di divisione nazionale o domestici di un paese al Consiglio europeo si perde del tempo e io non ne ho molto da perdere“, aveva aggiunto Macron. Il premier Conte però dopo l’incontro ha spiegato che “il tono apparentemente irritato di Macron sulla Tav ieri sera era dettato dalla volontà di non farsi coinvolgere in un dibattito politico”.

Nell’albergo Amigo, pieno centro di Bruxelles a due passi dalla Grand Place, hotel in cui, oltre a Conte e al presidente francese, alloggia anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, il bilaterale è cominciato intorno alle 8.30 del mattino. Conte aveva l’obiettivo di aprire il confronto con Macron sul Tav, mettendo sul piatto l’analisi costi-benefici per cominciare a premere su una riduzione dei costi. L’Italia ha ancora cinque mesi e mezzo per ritirare i bandi e sabato a Roma i militanti del No scenderanno in piazza. “È stato un buon e proficuo incontro, abbiamo anche parlato di Tav, abbiamo condiviso un metodo, riferiremo ai nostri rispettivi ministri competenti, Toninelli e Bourne”, è il bilancio del premier Conte al termine del faccia a faccia.

“Ho visto” la dichiarazione dell’Eliseo. ha più tardi aggiunto Conte a margine del vertice di Bruxelles. “Io non ho parlato della redistribuzione di risorse economiche ma ho parlato dell’analisi costi benefici. Abbiamo affidato ai nostri ministri il compito di condividere l’analisi costi benefici e lì si aprirà una discussione. E’ prematuro fare una valutazione, prima bisogna condividere questi risultati. L’importante è che partirà un tavolo tecnico con i ministri competenti che faranno un’istruttoria“, ha precisato il premier in un punto stampa. “Con il premier Conte abbiamo parlato di diversi temi, sul Tav mi ha comunicato gli interrogativi e l’analisi costi-benefici e gli ho ricordato che abbiamo un impegno intergovernativo e ci sono degli impegni che ci legano all’Ue”, ha riferito poco dopo Macron al termine del Consiglio europeo.

Il salario minimo – Con il premier Conte, ha proseguito il presidente francese, “abbiamo parlato dell’Europa, lui ha dato il suo sostegno a diverse proposte, in particolare l’idea di un salario minimo nei Paesi europei, cioè di andare verso una convergenza sociale”. “Abbiamo notato la volontà di cercare di convergere su alcuni temi essenziali, perché è importante che si possa avere una convergenza chiara sui temi” da affrontare “in vista del futuro mandato della prossima Commissione e Parlamento europeo”, ha aggiunto Macron.

La questione latitanti – Con il presidente francese, ha inoltre sottolineato Conte, “abbiamo parlato anche dei latitanti che sono in Francia e condiviso il fatto che i nostri ministri della Giustizia su questo si incontreranno. Io gli ho chiesto di superare la dottrina Mitterand. Lui ha detto che si incontreranno anche su questo i ministri e valuteranno dal punto di vista tecnico, anche su questo ha dimostrato apertura“, ha aggiunto. La Francia è il Paese che per anni è stata l’Eldorado dei ricercati politici: almeno 400 persone condannate in Italia per crimini eversivi hanno trovato rifugio Oltralpe. Merito appunto della cosiddetta dottrina Mitterand: secondo il presidente francese le leggi anti terrorismo approvate in Italia tra il gli anni ’70 e gli anni ’80 non erano condivisibili. “Non abbiamo parlato di casi specifici, noi diamo direttive e indicazioni e lasciamo la competenza ai ministri della Giustizia”, ha specificato il premier. “L’argomento è stato affrontato semplicemente per dire che serve una collaborazione tra i ministri della giustizia”, rendono noto in merito fonti diplomatiche francesi.

Il tema della Cina – Il presidente Macron nel bilaterale ha voluto invece affrontare anche il tema della Cina, sottolineando la necessità di un coordinamento europeo, agendo come europei se ci si vuole muovere come potenza. Macron ha aggiunto che lavorare come “piccoli club” con Pechino non è un buon approccio. Il presidente francese ha poi parlato del summit martedì a Parigi con Xi Jinping e Merkel, precisando che tutte le grandi potenze europee sono associate a questa visita insieme a Juncker che è la presenza simbolica della Ue. Lo riferiscono sempre fonti dell’Eliseo.

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