L’ultimo rapporto ACEA, l’Associazione dei Costruttori Europei, testimonia un febbraio in calo per il mercato europeo: la vendita di auto nuove registra infatti una flessione dello 0,9% rispetto ai dati dello stesso periodo dello scorso anno, con 1.148.775 immatricolazioni nel 2019 contro le 1.159.114 del 2018. Un miglioramento però rispetto a gennaio scorso, che aveva fatto aprire l’anno con il -4,6% di vendite. Altro dato che salta agli occhi, il tonfo delle vendite di auto a gasolio: -13%.

Guardando più da vicino i Paesi europei, oltre la metà di questi ha davanti un segno negativo così come anche due dei maggiori mercati, Italia e Spagna, che registrano rispettivamente -2,4% e -8,8%. La Spagna, soprattutto, riporta il sesto mese consecutivo di flessione che, secondo le associazioni di categoria, è causato da una grande confusione tra i consumatori (un pò come succede da noi in Italia), che continuano a posticipare gli acquisti, tanto che il comparto dei privati ha segnato una forte contrazione nel primo bimestre, del 10,7%.

Sono invece tre i Paesi tornano al segno “più” dopo ben 5 mesi consecutivi di flessione: Regno Unito con +1,4%, la Francia con +2,1% e infine la Germania, con +2,7%. In Germania, soprattutto, la situazione è migliorata rispetto a gennaio, le vendite di auto nuove sono state infatti di poco superiori anche a quelle dello stesso periodo dello scorso anno e in generale, questo primo bimestre del 2019 è il miglior risultato dopo 20 anni. Scendono le vendite di veicoli a benzina (-2,5%) e crescono, al contrario, quelle delle auto a diesel (+3%), rappresentate nel mercato da una quota del 32,6% grazie anche all’Euro 6d-temp. Per quanto riguarda le immatricolazioni di elettriche e ibride, ce ne sono state rispettivamente 4.637 e 15.147 unità.

Risultati soddisfacenti per le auto a zero emissioni anche in Francia con 6 mila unità per il primo bimestre dell’anno, mentre qui si registra una netta controtendenza rispetto al mercato tedesco per quanto riguarda la vendita di motori endotermici: crescono infatti le auto a benzina del +10, 2% e scendono quelle a diesel del 14,5%.

Nonostante l’instabilità che l’incertezza sulla Brexit ha causato nell’industria automobilistica (con le chiusure di alcuni impianti di produzione nelle scorse settimane), anche il Regno Unito segna finalmente un “più” dopo luglio 2018, registrando un risultato migliore anche rispetto a febbraio 2018. Dati simili a quelli del mercato francese per quanto riguarda le vendite di diesel e benzina, dove il primo scende del 14,3% nel mese e di oltre il 18% da inizio 2019, mentre il secondo cresce del +8,3% nel mese di febbraio, così come le motorizzazioni alternative (+34%).

Tornando a uno sguardo dall’alto, sebbene nel 2019 l’Europa dovrebbe mantenersi sullo standard del 2018 – anzi forse con una leggera crescita –, ACEA suggerisce di aspettare i prossimi sviluppi politici per poter fare una previsione più attendibile dell’andamento dei mercati per i mesi successivi. In ballo, infatti, ci sono ancora sfide come la Brexit e i dazi che gli Stati Uniti vogliono imporre sulle auto di importazione europea, senza dimenticare le norme sulle emissioni inquinanti: quest’ultime in particolare, con ecotassa e ecobonus, hanno creato non poco scompiglio tra le associazioni italiane di categoria.

A ribadire il malcontento è Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, che vede le misure prese dall’Italia, “inefficaci perché, penalizzando vetture di nuova generazione, non agiscono sulla riduzione dell’inquinamento. Ciò su cui si deve lavorare è lo svecchiamento del parco circolante, che in Italia conta quasi 13 milioni di vetture ante Euro 4”.

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