Due anime nel M5s? Sì, ma non solo in Parlamento e nei vertici del partito, ma anche tra gli iscritti, i militanti e gli elettori. C’è, quindi, una trasformazione che non dipende da una scelta consapevole di rinunciare improvvisamente alla battaglia contro la casta, ma dal timore che possa cadere questo governo”. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, nel corso di Otto e mezzo, su La7.
E spiega: “Molti hanno ritenuto che questo governo fosse in pericolo, nel caso in cui per il caso Diciotti fosse stata data l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Io non ho mai pensato che il governo sarebbe caduto per questo, perché Salvini ha mille pretesti per farlo cadere e guadagnare voti. Ma farlo cadere per il proprio salvataggio gli sarebbe costato caro perché avrebbe enfatizzato il vero problema, e cioè che lui è imputato e che lui chiede di essere salvato. Tuttavia, si era diffusa la voce che questo governo fosse in pericolo e questo esecutivo, piaccia o non piaccia, è ancora molto popolare”.

Travaglio aggiunge: “Adesso la partita è apertissima, perché se il M5s decide di cacciare a pedate quelli che in Parlamento votano in dissenso alla linea dei vertici, fa un altro passo verso il suicidio, perché così ufficializza una spaccatura su una questione di principio. Io non credo che i 5 Stelle perderanno tanti voti per questo tragico errore sulla propria posizione nel caso Diciotti e per questa tragica rinuncia a un loro principio”.
E chiosa: “Deve essere assolutamente garantito il voto di coscienza in Parlamento. Blindare il voto sul Tav, per me, è sacrosanto, ma blindarlo sul salva-Salvini è demenziale”.

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Diciotti, Fattori (M5s): “Se fossi cacciata per aver contestato voto a favore di Salvini, sarebbe inquietante”

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