Garantiscono che non cambierà nulla, che gli equilibri restano quelli che erano e che i 5 stelle non devono temere niente. Ma nella storia del governo gialloverde le elezioni in Abruzzo segnano un passaggio fondamentale: il Carroccio, quando mancano ormai pochi mesi alle Europee, trascina il centrodestra al trionfo nella prima tornata regionale e il M5s prende il primo grosso colpo perdendo quasi 200mila voti rispetto alle politiche. Se è presto per capire come evolveranno le dinamiche interne, di certo Matteo Salvini esce sicuramente (e se possibile) più forte: “È un risultato commovente”, ha detto nella conferenza stampa post voto. Quindi ha subito tranquillizzato i soci di governo: “Non chiediamo rimpasti, non chiediamo ministri”. Un concetto ribadito in serata:  “Nessun cambio, nessun rimpasto: squadra che vince non si cambia“. Poi ha ricordato quali sono le priorità del Carroccio e quindi ha dettato l’agenda dei prossimi mesi ricordando i temi da cui intendono ripartire: l’Autonomia, l’acqua pubblica, la legittima difesa, “che dovrebbe essere legge entro marzo”. Inoltre, ha aggiunto “stiamo lavorando ad una riforma fiscale complessiva, che vorremmo presentarvi entro marzo” e “abbiamo bene in mente la tabella di marcia dei prossimi 4 anni”. Mentre Luigi Di Maio a metà giornata ancora tace, chi si è esposto è Giuseppe Conte: “Sono elezioni regionali di una Regione centrale, ma aspettiamo adesso di leggerli e le valutazioni che spettano ai vari esponenti delle forze politiche. Il dato mi sembra abbastanza chiaro, ma questo non cambia nulla per il governo centrale. Continuiamo a lavorare, non c’è nessun cambiamento all’ordine del giorno”.

Poi il presidente del consiglio ha parlato di autonomia delle regioni, una riforma bandiera del Carroccio: “Anche se rinforzeremo l’autonomia di alcune regioni lo faremo in modo ragionevole e razionale per preservare la coesione nazionale. Sono garante della coesione nazionale e non sottrarremo nulla al Sud, riconosceremo specifiche competenze ad alcune Regioni del Nord che sono in condizione di poter rivendicare queste specifiche competenze. Ma non pregiudichiamo il quadro complessivo dello Stato e riequilibreremo con meccanismi di solidarietà l’eventuale pregiudizio per altre regioni”.

Tra i 5 stelle l’unico a intervenire è Stefano Patuanelli, che ripete lo stesso concetto del premier e del vicepremier: “Certamente è un’elezione che non ha a che fare con le politiche, non ha a che fare col governo del Paese. Salvini è ministro dell’Interno, capo di una forza politica in evidente ascesa elettorale ma mi sembra che anche lui abbia detto le stesse cose che stiamo dicendo noi: cioè che questo risultato elettorale non ha niente a che fare con il governo del Paese”, ha detto il capogruppo del M5s al Senato. “Penso che il ministro dell’Interno – ha continuato Patuanelli- sappia perfettamente che scaricare il Movimento 5 Stelle avrebbe delle ripercussioni molto forti anche sul suo elettorato”. Per il capo dei senatori grillini, tra l’altro, il voto abruzzese sarebbe addirittura una promozione per l’alleanza del M5s con la Lega: “Stiamo governando bene assieme, se lo guardiamo come risultato delle forze di governo il voto in Abruzzo non è negativo: stanno premiando, anche se in maniera differente, l’operato del governo. Le nostre proposte hanno bisogno di più tempo e forse di più soldi”.

Nel pomeriggio Salvini sarà a L’Aquila, ma in conferenza stampa ha garantito che già oggi intende incontrare Di Maio e Conte. “Il voto abruzzese è per gli abruzzesi, non ci sarà nessun tipo di ripercussione nazionale. L’ho ribadito a Conte e Di Maio. A Roma c’è un lungo elenco di cose da fare e nessuno userà l’Abruzzo per farci fare polemiche“. Insomma la preoccupazione dei soci di governo è ribadire e garantire che l’alleanza è sana e resiste. Almeno per il momento. Il Carroccio festeggia, ma ha come prima preoccupazione quella di tenere in piedi l’alleanza con i 5 stele e prepararsi alle prossime elezioni Europee. Addirittura il vicepremier della Lega ha detto che non ci saranno per il momento aggiornamenti del contratto di governo: “Lo faremo a tempo debito. Oggi non è all’ordine del giorno riaggiornare il contratto di governo. Per il governo non cambia nulla”, ha detto sempre Matteo Salvini in conferenza stampa. E non è un caso che, tra i temi prioritari, il vicepremier ha elencato anche l’acqua pubblica, una delle proposte di legge più care ai 5 stelle.

Questo non vuol dire che il fronte leghista non sia soddisfatto del risultato. E che non stia già valutando come incassarne gli effetti sul lungo periodo. “È evidente che questo voto sulla Lega a distanza di un anno dalle elezioni politiche sia anche un voto a favore delle politiche che la Lega sta portando avanti al governo”, ha detto Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, a Agorà su Rai Tre. Così anche il ministro dell’Agricoltura Centinaio a Radio Capital: se da una parte ha ribadito che l’esecutivo va avanti, dall’altra ha benedetto “la giusta direzione” che il partito sta seguendo. “L’Abruzzo”, ha dichiarato, “non avrà conseguenze sul governo. Non cambia niente, non vanno mescolate le mele con le pere. Ogni elezione deve essere tenuta in considerazione, senza confondere però le regionali con le comunali o le europee. Il risultato di Marsilio ci indica comunque di andare avanti in questa direzione. Al resto ci penserà Salvini, fortunatamente io non sono il segretario federale”. Per il ministro leghista il risultato abruzzese è “importante, al di sopra delle aspettative. E dimostra che le politiche della Lega, e di Matteo Salvini, sono gradite gradite agli italiani”.

Sono due i temi su cui la vittoria leghista ora potrebbe pesare più di tutto: l’autorizzazione a procedere per il ministro dell’Interno sul caso Diciotti e la costruzione del Tav: “Siamo abbastanza certi che il Parlamento voterà no a larghissima maggioranza”, ha concluso Centinaio, “indipendentemente dalla Tav. Ci aspettiamo il No dal M5S come da tutti i parlamentari, questo problema potrebbe succedere a qualsiasi ministro di qualsiasi governo. Non prendo neanche in considerazione un sì del M5s. Se dovesse passare il sì non credo che il governo andrà a casa ma avrà seri problemi”. Proprio quella partita, decisiva per delineare l’identità del Movimento 5 stelle al governo, sarà il prossimo passaggio fondamentale nella storia del governo gialloverde.

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