Mentre ancora si attendono i risultati dell’analisi costi-benefici sul Tav, per ora condivisa solo con Francia e commissione Ue, nel dibattito interviene anche il garante M5s Beppe Grillo. E sul blog garantisce che non ci saranno contraccolpi per l’esecutivo, ma si troverà una mediazione: “Salvini, lo sceriffo, dice che si può rivedere il progetto, il governo non si spaccherà su una cosa del genere”, si legge. “Migliaia di passatelle invadono le piazze a Torino, come api pacchiane sostenendo che essere ‘sì Tav’ vuol dire credere nel progresso, nella crescita. Secondo me è inutile e costa più del reddito di cittadinanza ma…cosa mi viene in mente”. Proprio stamattina, il portavoce del governo francese Benjamin Griveaux, intervistato da radio Europe 1, ha espresso l’auspicio che l’Italia e la Francia vadano avanti con il progetto di linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione (Tav) che “permetterà all’Italia del Nord, terra elettorale di Salvini, di stare meglio, di avere migliori scambi commerciali e di guadagnare in competitività”. Fonti Ue hanno invece ribadito che Roma dovrebbe “decidere il prima possibile”.

Per il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli invece non si torna indietro: “Chi ha pensato la Tav ha pensato se quei tanti soldi dei contribuenti erano ben spesi per dare vantaggi a tutti i cittadini? Chi decise 20 anni fa di fare la Tav l’ha fatto sulla base di alcuni numeri: tante persone e tante merci in più. Non ci sono né tante persone e né tante merci in più. Quindi viene meno il presupposto dell’opera ma siccome siamo persone per bene e prima di decidere vogliamo aver dei numeri abbiamo fatto l’analisi costi-benefici”.

Grillo è intervenuto dopo tempo sul tema del Tav: “Nulla è più vero o falso, quando si parla della/del Tav. Il Dio di tutti i Talk Show deve per forza sottomettersi a quello dell’avidità umana”, ha scritto sempre sul blog. “Il valore in peso, spinta necessaria o potenziale inquinante; i costi in moneta e quelli sociali (delirio collettivo) dell’oggetto della contesa hanno superato la soglia dell’araba fenice: neppure costruita e già sorge dalle sue ceneri”. E continua: “In un clima come questo l’umanità non ha mai saputo fermarsi: l’uomo, di fronte ad una cazzata di dimensioni infinite, perde la sua identità. Persone all’apparenza serie, che non comprerebbero neppure un gratta e vinci, sostengono che, se in gioco ci sono decine di miliardi, allora è la scommessa per il futuro che conta. Ma quale stima dei possibili benefici è mai possibile per un’opera di tale monumentalità?”. Quindi parla dei Sì Tav: “Non si fanno i conti sull’Expo oppure sul Mose, vergognatevi!!! Salvini, lo sceriffo, dice che si può rivedere il progetto (…), il governo non si spaccherà mai su una cosa del genere. Migliaia di passatelle invadono le piazze a Torino, come api pacchiane sostenendo che essere si Tav vuol dire credere nel progresso, nella crescita. E’ inutile e costa più del reddito di cittadinanza ma… cosa mi viene in mente! Come oso mettere sullo stesso piano un enorme, lunghissimo buco nella montagna, una piramide insomma, con una misura per riportare ai limiti della decenza la società? Una discussione sul/lla TAV non si nega a nessuno ed è obbligatoria per tutti, cessi e salotti. Oramai il seme della discordia è nel mainstream e vengono coinvolti dotti, medici e sapienti di ogni provenienza, sino ad ottenere idiozie quasi perfette, staminali”. E conclude: “E’ un braccio di ferro fra tutti con tutti, perché nessuno sente che la questione lo riguarda per davvero, è solo la linea di separazione fra civiltà e caos, che cazzo ce ne frega”.

Intanto da Bruxelles chiedono una decisione prima delle elezioni Europee. Il governo italiano dovrebbe decidere “il prima possibile” che cosa intende fare per la Tav Torino-Lione. Una decisione dovrebbe arrivare “nelle prossime settimane”, sottolineano fonti Ue, “ben prima dell’estate”, perché a giugno ci sarà una valutazione di tutte le opere della Cef, la Connecting Europe Facility. E la decisione dovrebbe arrivare prima di allora, e pertanto prima delle elezioni europee, che cadono a fine maggio. Il problema è che c’è uno scadenziario sul quale “siamo già in ritardo rispetto al piano dei lavori: bisogna decidere che cosa fare”, continuano le fonti. Se Roma deciderà di non procedere, allora i fondi verranno destinati ad altri progetti, probabilmente non in Italia, magari a finanziare la creazione di collegamenti marittimi con l’Irlanda (con porti francesi, belgi ed olandesi), necessari per via della Brexit (ora il corridoio di collegamento tra l’Ue e la Repubblica d’Irlanda passa dal Regno Unito). E i fondi Ue che il nostro Paese potrebbe perdere devono essere allocati rapidamente ad altri progetti, altrimenti la dg Move, competente sulla materia, perderebbe quelle risorse, che tornerebbero nel bilancio europeo.

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