“A seguito dell’inchiesta che coinvolge Luca Pasquaretta e le accuse a lui rivolte ritengo sia necessario interrompere immediatamente il nostro rapporto di collaborazione.
La magistratura farà il suo corso, e ribadisco rispetto e fiducia per il lavoro che svolgono i magistrati. Laura Castelli”. La viceministra dell‘Economia in una nota annuncia la sospensione del rapporto di lavoro l’ex portavoce di Chiara Appendino, indagato dalla Procura di Torino per turbativa d’asta, traffico di influenza illecita e estorsione ai danni della sindaca. “Non ho mai ricattato Chiara Appendino. È tutto un equivoco che chiarirò nelle sedi opportune”, ha detto questa mattina Pasquaretta, e ha aggiunto: “Vorrei ricordare che siamo tutti innocenti fino a prova contraria”. Intanto i legali dello studio Chiusano, che finora hanno assistito Pasquaretta ma sono anche i legali della Appendino, hanno ravvisato ragioni di “incompatibilità” e, quando hanno ricevuto il provvedimento di garanzia, non hanno preso l’incarico. La sindaca è seguita in particolare dall’avvocato Luigi Chiappero per altre vicende giudiziarie (una delle quali riguarda i fatti di piazza San Carlo).

L’indagine per estorsioneLuca Pasquaretta avrebbe minacciato la sindaca, chiedendole di trovare un nuovo lavoro o avrebbe rivelato i suoi ‘segreti’. L’uomo, che aveva lasciato il suo incarico dopo divenne pubblica la vicenda di una consulenza da circa 5mila euro (poi restituiti), per una prestazione alla Fondazione del Salone del Libro, con orari compatibili con quelli del suo lavoro ufficiali. Secondo quanto riporta La Stampa questa mattina in edicola, il giornalista, fino a oggi nello staff della sottosegretaria dell’Economia, Laura Castelli, “avrebbe ‘ricattato’ la sindaca”.

Pasquaretta “è indagato da qualche giorno per reati che vanno dalla turbativa d’asta (reato commesso in Basilicata, la sua terra d’origine) e traffico di influenza illecita (commesso a Torino). E poi c’è l’estorsione a Chiara Appendino. È per questo motivo che ieri pomeriggio, per oltre cinque ore, il pubblico ministero Gianfranco Colace ha interrogato l’assessore al commercio Alberto Sacco. Che alle sette di sera fila via senza dire una parola e se potesse negherebbe anche di essere se stesso”, spiega il quotidiano torinese. Il comunicatore, che risulta indagato anche per il reato di apertura abusiva di luoghi di spettacolo e invasione di terreni, quando nel 2017 allestì nel Parco Dora, nella periferia della città, di un maxischermo per la finale di Champions tra Juventus e Real Madrid, mentre a piazza San Carlo si consumò un dramma.

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