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Caso Diciotti, il sì non basta: il M5s si autodenunci e finisca imputato con Salvini

Caso Diciotti, il sì non basta: il M5s si autodenunci e finisca imputato con Salvini
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In politica è importante essere coerenti. Negli ultimi anni abbiamo assistito a molte carriere stroncate da affermazioni a cui sono poi seguiti comportamenti diametralmente opposti. Per questo è comprensibile la strategia dei 5 Stelle di annunciare il loro voto favorevole al processo contro il vice-premier Matteo Salvini. Per i 5 Stelle, salvo che nei casi di reato di opinione commessi nel reale esercizio delle proprie funzioni, parlamentari e ministri vanno trattati alla stregua di tutti gli altri cittadini. Fare un’eccezione per loro vorrebbe dire perdere consensi. Anche perché in questi mesi il governare ha già spinto il Movimento a prendere parecchie posizioni non in linea con quanto affermava quando era all’opposizione: la Tap, l’Ilva e molto altro.

La coerenza oggi è insomma obbligata. Ma se i 5 Stelle vogliono battere questa strada fino in fondo devono pure fare i conti con delle altre dichiarazioni pubbliche: quelle in cui dicevano che la linea Salvini sul caso Diciotti era di tutto l’esecutivo. Se le cose stanno realmente così, non è sufficiente spiegare, come fa Luigi Di Maio, che durante un eventuale processo contro i ministri andranno a testimoniare di essere sempre stati d’accordo con lui e di aver condiviso ogni decisione. Perché è evidente per tutti che un conto è essere imputati e un conto è essere ascoltati in tribunale come semplici persone informate sui fatti.

I cinque stelle hanno quindi un’unica strada: presentare al più presto un’autodenuncia davanti alla procura di Catania contro tutti i componenti del Consiglio dei ministri scelti dal loro Movimento. E poi chiedere a gran voce un processo anche per loro.

La scelta di bloccare per cinque giorni gli sbarchi dalla Diciotti, a parere di chi scrive, non è stata una bella trovata ed è esecrabile sotto molti punti di vista: a partire da quello umanitario. Eppure, anche dopo aver letto la memoria inviata al Senato dai giudici del tribunale dei ministri, siamo pronti a scommettere che tutto finirà in un’assoluzione. Ma se non fosse così, alla luce delle dichiarazioni di Di Maio, è perfettamente ingiusto che a rischiare la condanna sia solo Salvini. Se i 5 Stelle sono convinti di quello che hanno fatto devono pretendere di essere imputati pure loro.

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