A Bari, il Movimento 5 stelle rischia di spaccarsi in due. La ragione è la scelta della candidata a sindaco per le amministrative della prossima primavera. Solo pochi mesi fa, i grillini baresi si dicevano compatti sul nome di Gaetano Roberto Filograno, professore universitario e in passato consulente dello stesso Gianroberto Casaleggio. Alla fine però il via libera dello staff nazionale attraverso la piattaforma Rousseau (quindi previa verifica di documenti e casellario giudiziario) è arrivato per Elisabetta Pani. Musicista di 44 anni, figlia dell’ex vicesindaco e assessore con il centrodestra Egidio Pani, ha nel curriculum anche una breve esperienza come assistente parlamentare del deputato M5s Giuseppe Brescia. Non una persona qualsiasi: Brescia, oltre a essere uno dei parlamentari di riferimento del territorio e presidente della commissione Affari costituzionali a Montecitorio, è anche noto per essere molto vicino al presidente della Camera Roberto Fico. I malumori nel gruppo locale nascono dalla poca condivisione della candidatura. Un metodo considerato, da una parte del popolo dei pentastellati baresi, poco democratico e quindi non in linea con i principi dei 5 stelle.

Il più critico è il senatore M5s Lello Ciampolillo, che tra l’altro ha appena ricevuto un richiamo ufficiale dai probiviri per le sue uscite sul caso Tap e contro il condono per Ischia. “Candidare Pani”, ha dichiarato Ciampolillo a ilfattoquotidiano.it “è un regalo al sindaco Decaro. Non c’è la volontà di vincere”. A far arrabbiare il senatore pentastellato, è soprattutto la modalità della scelta che, secondo lui, è stata fatta durante una riunione non ufficiale tra pochi militanti. Tanto pochi che, a scegliere la Pani, sarebbero stati i voti di 32 partecipanti. “Bari è una città di 320mila persone”, ha continuato, “è inammissibile che la scelta di un candidato – in corsa contro Decaro – si faccia tenendo conto solo di una manciata di voti”. Una scelta che non è piaciuta nella modalità, quindi, ma anche nei contenuti. “L’assoluta debolezza di una simile candidatura – ha commentato ancora Ciampolillo – dimostra l’atteggiamento accondiscendente nei confronti del Pd di Michele Emiliano e Antonio Decaro, da parte di questo gruppetto di iscritti al M5s che, evidentemente, non ha alcuna seria volontà di cambiare la città di Bari e di vincere quindi le prossime elezioni comunali”. Ciampolillo ha quindi ricordato un episodio che già in passato aveva suscitato polemiche, ovvero quando lo stesso Brescia (che ora appoggia la Pani) nel 2009 sostenne pubblicamente al ballottaggio il presidente dem Michele Emiliano. Chi si dissocia dalle critiche è Italo Carelli, arrivato secondo nel giorno della scelta del candidato dietro la Pani e che comunque parteciperà alle elezioni. “Sono felicissimo per lei”, ha detto. “E’ prima di tutto un’amica”. E sulle polemiche in corso, Carelli ha tagliato corto: “Non abbiamo il tempo di rispondere a chi fa polemica. Questo è il tempo di lavorare per farsi conoscere dai baresi e per vincere la sfida contro Decaro. Elisabetta può farcela”.

La candidata sindaco è pianista e docente del Conservatorio di Foggia. E’ già stata candidata (ma non eletta) in Puglia con il Movimento alle regionali del 2015. E’ figlia di un giornalista e critico d’arte, Egidio Pani, che è stato vicesindaco di Bari e assessore alla cultura nella giunta di centrodestra guidata da Simeone Di Cagno Abbrescia (Fi), e in precedenza era stato capo di gabinetto del Presidente della Regione Puglia, Salvatore Di Staso (centrodestra). Altro aspetto questo, che ha scontentato una frangia dei pentastellati: “Scegliere la figlia dell’ex vice sindaco di centrodestra è davvero incomprensibile”, è la critica più diffusa da parte dei detrattori. Il padre di Elisabetta è noto anche per un’altra vicenda: nel 2011 vinse – a 78 anni – un concorso pubblico per un posto da consulente nell’ufficio stampa dell’Università di Bari. Per questa scelta, e la poca trasparenza del concorso, fu sommerso dalle polemiche e in risposta decise di rinunciare al compenso.

Intanto durante il primo incontro con la stampa, la Pani ha spiegato che il Movimento 5 stelle correrà da solo. Nessun accordo quindi con altri schieramenti, come è sempre stato in tutte le altre amministrative, e assolutamente non chiederà il supporto di nessuno in caso di ballottaggio. Neppure della Lega, con cui è attualmente al governo. A questo proposito Pani ha fatto riferimento all'”accozzaglia di liste che supporteranno il sindaco uscente Antonio Decaro” del Pd e al “collage politico che andrà a supportare quello che sarà il candidato uscente dalle primarie del centrodestra” del 17 febbraio. Un “rastrellamento di voti”, come Pani ha definito gli accordi politici del centrosinistra e del centrodestra, “oggetto di scambio per avere assessorati o incarichi di potere”. Quanto al programma, – è stato detto – “non è stato ancora definito, ma è aperto al contributo di chiunque voglia dare suggerimento al Movimento anche a chi “non necessariamente voterà il Movimento”. Il punto di forza, ha detto Pani, sarà la “semplicità”. In altre parole, per la candidata sarebbe questo il segreto per affrontare il cambiamento in una città dove – a suo dire – è tutto complicato. Come complicato sarà convincere quella parte dei 5 stelle, che oggi non dà per scontato di appoggiare un candidato “non scelto”, di restare compatto sul suo nome, in una sfida elettorale che è ormai alle porte.

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