di Nicola Melzani

C’è un bel film con Bill Murray, dal titolo Ricomincio da capo, che calza a pennello per descrivere il campionato di Serie A. In questo film il protagonista (Bill Murray, appunto) è condannato a rivivere inesorabilmente sempre lo stesso giorno. Qualunque tentativo faccia per uscire dal circolo vizioso in cui è caduto risulta vano e si ritrova ineluttabilmente ogni mattina ad affrontare la stessa identica giornata.

La stessa cosa accade nel nostro campionato dove da sette anni la stessa squadra, la Juventus, vince immancabilmente lo scudetto. Il Napoli e la Roma salgono costantemente sul podio ma senza mai salire sul gradino più alto. Le milanesi iniziano l’anno sperando che sia l’anno del rilancio ma poi vanno incontro a stagioni deludenti. Fiorentina, Torino, Sampdoria sono perennemente nel limbo del centro classifica. L’Atalanta fa da capofila delle provinciali. E le neopromosse fanno da carne da macello con due su tre se non addirittura tre su tre destinate ogni anno alla retrocessione. Tutto questo fa del nostro campionato il più noioso torneo d’Europa.

Questa cristallizzazione delle forze in campo inoltre non sta nemmeno giovando al nostro movimento nel suo complesso visto che l’ ultimo successo di una nostra squadra a livello internazionale, che sia di club o della nazionale, è datato dicembre 2010 (Mondiale per club vinto dall’Inter). Mai nella storia del calcio italiano, da quando esistono le coppe europee, si era rimasti così a lungo senza vittorie internazionali.

Ora che per l’ottavo anno consecutivo si sta ripetendo il solito copione, chi gestisce il calcio italiano si sta facendo delle domande su come fare per rendere il campionato più interessante ed equilibrato? O siamo condannati a rivivere ogni anno lo stesso campionato con la solita vincitrice che vanta ormai un numero di scudetti elevatissimo anche se imprecisato? Dico imprecisato perché sul sito della federazione vengono assegnati 34 titoli alla Juventus ma nello stadio della società bianconera ne vengono esposti 36.

Un provvedimento efficace sarebbe la ridistribuzione in modo più democratico ed equo dei diritti tv. Non è un caso che in Inghilterra , il Paese europeo dove c’è la minor differenza tra i club nella spartizione dei proventi tv, ci sia il torneo più equilibrato e dove c’è la maggior disparità nella distribuzione delle risorse, l’Italia, vi è il campionato più squilibrato. Sky e Dazn dovrebbero spingere per un intervento in tal senso visto i soldi che mettono sul piatto. Ma sembrano schiave del “Totem” bacino d’utenza. Eppure il campionato che ha avuto più pubblico negli stadi fu quello vinto dal Verona nel 1985. La Premier League non ha mai avuto tanto interesse nel mondo come quando ha vinto il Leicester due anni fa. Siamo sicuri che avere sempre le solite squadre protagoniste sia vantaggioso in ascolti? Qualche chance di vittoria per una outsider farebbe poi così male al calcio e alle tv?

Francamente mi sento preso in giro quando sento i vari commentatori arrampicarsi sugli specchi esaltando i fantasmagorici record di punti e di gol segnati da questa o quell’altra squadra come se quei record non fossero proprio frutto della differenza imbarazzante tra le squadre in campo. Ma i dirigenti del calcio non muovono un dito per cambiare la situazione. Evidentemente in Federazione e Lega Calcio sono tutti fans del film con Bill Murray. Comunque mi voglio sbilanciare in un pronostico per la prossima stagione. Per me lo scudetto lo vincerà la Juventus.

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