Una legge regionale per neutralizzare gli effetti del decreto Sicurezza. E’ questa l’idea del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che “entro Natale” presenterà in giunta una proposta di legge per tutelare i migranti (regolari e non) dopo l’entrata in vigore del decreto legge che prevede una stretta sull’immigrazione e sulla protezione internazionale dei nuovi sbarcati.

Nel testo ad hoc che sarà varato dalla giunta regionale prima delle vacanze natalizie, il principio chiave sarà quello di garantire ai migranti l’assistenza sanitaria, sociale, abitativa e il diritto all’istruzione. “Presenteremo questa legge perché non vogliamo buttare per strada nessuno – ha annunciato il governatore Rossi – chi sta in Toscana, anche se non ha la cittadinanza è comunque una persona e, per principio, ha diritto all’assistenza, alla salute e all’istruzione, chiunque sia”.

L’idea, ovviamente, non è piaciuta per niente alla Lega Toscana che in primavera proverà a conquistare Firenze, Prato e Livorno dopo la presa di Pisa, Siena e Massa e nel 2020 la Regione. “Quella di Rossi è una mossa elettorale – attacca parlando con IlFattoQuotidiano.it il deputato del Carroccio e sindaco-ombra di Pisa, Edoardo Ziello –, un governatore non dovrebbe opporsi a una norma approvata per il bene degli italiani dal governo centrale: il governatore dovrebbe farsene una ragione e applicare la legge”.

Cosa prevede la nuova legge – Chi sta lavorando alla bozza del testo assicura che non sarà solo una proposta di legge simbolica per contrapporsi alle misure leghiste in materia di immigrazione. Uno degli effetti maggiori del dl Sicurezza potrebbe essere quello di aumentare gli immigrati irregolari sul territorio toscano come effetto della cancellazione della protezione umanitaria: secondo le stime della Regione, dei 10mila migranti ospitati tra Cas e Sprar, potrebbero essere 4.500 i “nuovi” irregolari a cui saranno tolti alcuni diritti fondamentali.

Inoltre, il decreto fortemente voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini prevede l’abolizione dei corsi di italiano nei Cas e dell’assistenza legale. Così l’idea della giunta Rossi è proprio quella di garantire l’assistenza sanitaria, abitativa e di istruzione ai migranti rimpiazzando i tagli del governo con fondi regionali. Per questo è in corso un continuo dialogo tra Regione e mondo delle associazioni, parrocchie, volontariato, enti locali e scuole per stipulare accordi che possano permettere di tutelare i migranti.

“Non possiamo lasciare migliaia di persone in strada” – “Con il decreto Sicurezza ci ritroveremo con molte persone che usciranno dal sistema di accoglienza ed entreranno in clandestinità – spiega al Fatto.it l’assessore regionale all’Immigrazione Vittorio Bugli – e noi non possiamo avere migliaia di persone in strada senza un tetto, un pezzo di pane o un’assistenza sanitaria degna di questo nome. Così abbiamo pensato di attivare un dialogo con associazioni, parrocchie ed enti locali per continuare a fare politiche di integrazione. La Toscana non può prescindere da questo principio”. La norma potrebbe essere già varata lunedì in giunta regionale e poi passare al Consiglio che la dovrebbe discutere con l’anno nuovo.

Non è la prima volta che la Regione Toscana si oppone ad una legge del governo nazionale in materia di migranti: già nel 2010, la giunta regionale varò una norma che garantiva servizi sociali e sanitari a tutti i migranti (regolari e irregolari). Il governo Berlusconi fece ricorso alla Corte Costituzionale che però lo dichiarò inammissibile, facendo esultare il governatore della Toscana. Oggi, questa prospettiva potrebbe ripetersi per la seconda volta, anche se con un governo non di centrodestra.

Lega: “Rossi fa campagna elettorale” – La legge regionale che sarà proposta dalla giunta Rossi troverà il parere contrario soprattutto della Lega Toscana che da gennaio punterà tutta la campagna elettorale per le amministrative proprio sul tema dei migranti e della sicurezza nelle città. “Non è vero che il decreto Sicurezza crea più clandestini – ribatte alle stime della Regione il deputato Ziello –, non è retroattivo e non va a colpire persone che si trovano già all’interno di un percorso di integrazione. Quindi la mossa di Rossi è solo politica: il governatore si è sempre caratterizzato per le sue politiche di accoglienza spinta, dal sostegno a Don Biancalani al suo rapporto con i nomadi”. “E poi – conclude Ziello – mi dispiace che vengano buttate via queste risorse quando la Regione potrebbe impegnarle per le imprese toscane, per progetti sociali per gli italiani o per tagliare le liste di attesa negli ospedali”. La campagna elettorale in Toscana è già iniziata.

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