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Csm, nove magistrati si candidano per la successione di Spataro alla procura di Torino: c’è anche Palamara

Il magistrato lascerà la magistratura e andrà in pensione tra una decina di giorni per raggiunti limiti d'età. Il Consiglio superiore della magistratura ha messo il suo posto a concorso a ottobre, con il consueto margine di anticipo. E il 27 novembre sono scaduti i termini per la presentazione delle domande. Oggi finiti sul tavolo del plenum
Csm, nove magistrati si candidano per la successione di Spataro alla procura di Torino: c’è anche Palamara
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Sono nove i pretendenti alla successione di Armando Spataro. Il procuratore di Torino lascerà la magistratura e andrà in pensione tra una decina di giorni per raggiunti limiti d’età. Il Consiglio superiore della magistratura ha messo il suo posto a concorso a ottobre, con il consueto margine di anticipo. E il 27 novembre sono scaduti i termini per la presentazione delle domande. Oggi finiti sul tavolo del plenum.

Il più noto aspirante alla poltrona di Spataro è Luca Palamara, il pm romano che è stato presidente dell’Associazione nazionale magistrati e componente del passato Csm. Tra i candidati c’è anche il procuratore generale di Reggio Calabria, Bernardo Petralia, già aggiunto a Palermo. E tre capi di procure ordinarie, nessuna di grandi dimensioni: si tratta di Giuseppe Ferrando di Ivrea, Salvatore Vitello capo dell’ufficio inquirente di Siena e Francesco Prete numero uno della procura di Velletri. Tre le donne che hanno avanzato la propria candidatura: il procuratore aggiunto di Cuneo Gabriella Viglione, Anna Maria Baldelli e Anna Maria Loreto, entrambe pm a Torino. Tra gli aspiranti c’è un altro sostituto procuratore torinese, Paolo Borgna.

A Palazzo dei Marescialli è rimbalzata anche la polemica che ieri ha contrapposto proprio Spataro a Matteo Salvini. “Non possiamo trascinare il Paese e le sue istituzioni nel mondo dei social. Non siamo ragazzini e se un ragazzino assume un incarico istituzionale deve assumere un ruolo consono a questo ruolo”, ha detto Giuseppe Cascini, consigliere togato di Area, la corrente di sinistra delle toghe.   Le parole di Cascini hanno aperto un lungo dibattito, e il consigliere laico di Forza ItaliaAlessio Lanzi, ha chiesto l’intervento formale del vicepresidente David Ermini. “Non si può parlare qui come al bar e definire ragazzino un ministro”, ha detto Lanzi. Cascini, quindi, è stato costretto a chiarire le sue posizioni: “Non ho chiamato ragazzino il ministro dell’Interno – ha precisato – Se qualcuno ha inteso così significa che mi sono espresso male, e chiedo scusa”. Il consigliere laico della Lega, Stefano Cavanna, ha invece attaccato Ermini: “Dovrebbe astenersi dall’esternare per il Csm posizioni non condivise; perché in questo caso, per quel che mi riguarda, è stato così. Il vice presidente ha coinvolto il Csm in una polemica politica, e non è la prima volta”. Il vicepresidente, che ha definito “inaccettabili” le parole di Salvini, ha replica: “Se qualcuno si dissocia dalle mie parole è libero di farlo. Io ho inteso tutelare la magistratura tutta non solo il procuratore di Torino”.

Anche il consigliere togato di Autonomia e Indipendenza Piercamillo Davigo ha preso la parola per esprimere , “a prescindere dalla polemica di questi giorni”, il suo ringraziamento a Spataro ” per l’impegno profuso in tanti anni”. “Il mio grazie va a un magistrato che ha portato avanti processi delicatissimi negli anni del terrorismo con rischi personali altissimi”, ha detto ricordando che “caso unico in Europa, in Italia ci sono stati 27 magistrati, uccisi nell’esercizio e a causa delle loro funzioni”. “Nel caso Abu Omar, la corte europea dei diritti dell’uomo ha pesantemente censurato l’Italia lodando solo la condotta della magistratura ordinaria, e Spataro era uno dei magistrati che aveva trattato quel procedimento, per tutto ciò lo ringrazio”, ha evidenziato ancora Davigo.

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