Caustica invettiva del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, contro il M5s, nel corso del suo appuntamento settimanale su Lira Tv: il politico prende di mira, in primis, il reddito di cittadinanza e le recenti dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, sulla stampa delle tessere relative all’erogazione.
“Nessuno ha capito niente, neanche loro” – afferma De Luca – “Abbiamo assistito a delle cose francamente imbarazzanti. Di Maio aveva detto che si stavano stampando 6 milioni di schede del reddito di cittadinanza. È stato chiesto ai 5 Stelle chi le sta stampando e loro rispondono “Stiamo vedendo”. Allora era una palla, non hanno stampato niente. La verità è che in testa non hanno niente. Non si capisce niente. Il nulla. Sicuramente cercheranno di dare un po’ di soldi prima delle elezioni europee e la storia si chiuderà lì. Quello che indigna è il livello di cialtroneria di questi signori, la loro abitudine a truffare i cittadini italiani”.
E rincara: “Da parte di alcuni dirigenti del M5s abbiamo assistito ad atteggiamenti francamente imbarazzanti, veramente da cafoni arricchiti. Gente che perde la testa e presa dal delirio di onnipotenza. Va nelle istituzioni e si muove come se stesse gestendo una bottega di famiglia. Le istituzioni appartengono a tutti gli italiani. Quando stai in un governo, rappresenti tutta l’Italia e hai il dovere di rappresentare anche chi non la pensa come te. Questi, invece, stanno nelle istituzioni per attaccare l’avversario politico, per fare linciaggio e squadrismo mediatico, come se stessero a casa loro”.
De Luca torna su Di Maio: “Mi auguro che anche alcune vicende personali aiutino questi valorosissimi dirigenti M5s a tornare coi piedi per terra. Non mi riferisco al papà di Di Maio, ma proprio al giovanotto. Il papà è un sant’uomo, che già è stato penalizzato dalla natura per aver ottenuto quella discendenza”. Il politico del Pd elenca nomi noti del M5s, da Virginia Raggi a Roberto Fico, e menziona ancora una volta il ministro del Lavoro: “Non so se Di Maio saltava anche lui in piazza, immagino di sì. Non voglio dire niente. Voglio solo ricordare che, una settimana prima delle elezioni del 4 marzo, Di Maio chiamava altri interlocutori politici “assassini della Terra dei Fuochi”. E non voglio dire nient’altro. Ricordo però che, quando torna in Campania, va in una casa in cui c’è stato un abuso edilizio da 150 metri quadrati”.
Poi tocca ad Alessandro Di Battista, definito “anomalia tutta italiana”: “Sarà che gli anni mi hanno consumato, ma io non accetto l’immagine di uno che sta con la panza al sole da 8 mesi, pagato non so da chi. Come campa questo? Dove diavolo sta? Dice che fa il giornalista, ogni pezzo quanto glielo pagano a questo? Mezzo milione? Ora, che questo stia lì a godersi la vita e ogni 48 ore manda un messaggio di commento politico è una cosa che non si regge in un Paese normale”.
E chiosa: “I 5 Stelle hanno fatto rapidamente il percorso dai salti in piazza ai saltimbocca”.

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