È una corsa contro il tempo quella per salvare il piccolo Alessandro Maria Montresor, il bambino di 19 mesi nato a Londra da genitori italiani e affetto da una malattia genetica rarissima che ha bisogno di un trapianto di midollo. Sono 13mila gli aspiranti donatori che hanno risposto all’appello lanciato dalla famiglia sui social lo scorso 25 ottobre, ma solo 2000 i campioni già analizzati. E tra questi nessuno risulterebbe compatibile alla donazione. “Aspettiamo una risposta dagli altri 9mila che abbiamo inviato nei laboratori specializzati negli Usa“, ha dichiarato la dottoressa Nicoletta Sacchi, direttrice del Registro italiano dei donatori, a La Repubblica. Le risposte, però, potrebbero non arrivare entro il 30 novembre. Tra cinque giorni, infatti, secondo i medici inglesi dell’ospedale Great Ormond Street le cure sperimentali che stanno tenendo in vita il piccolo potrebbero smettere di fare effetto. Intanto Alex continua a combattere la linfoistiocisi emofagica da casa, sempre sostenuto da mamma e papà.

“Nel caso di Alessandro – ha continuato la direttrice – la ricerca viene gestita dal registro inglese: noi immettiamo i dati nel nostro archivio, il registro britannico li legge in tempo reale e li elabora con un algoritmo in base alla strategia decisa dai medici che seguono il bambino”. Tra i 35milioni di donatori già iscritti al registro internazionale, solo uno, non italiano, era risultato compatibile al 90%,  ma all’ultimo si è tirato indietro. “Si era reso disponibile solo da metà gennaio – spiegano i familiari con un post sulla pagina Facebook che segue le vicende del piccolo, e dalla quale i genitori avevano lanciato l’appello ai donatori -. La tempistica purtroppo è incompatibile con la malattia del nostro bimbo, che come sapete richiede un trapianto il prima possibile”.

“Il Great Ormond Street Hospital, d’accordo con il Professore Franco Locatelli direttore del dipartimento di Onco-Ematologia Pediatrica, terapia Cellulare e Genica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – continuano sul social – ci ha proposto di trasferire Alessandro Maria a Roma per sottoporlo alle cure dell’equipe italiana”. Un’ultima speranza per cercare di dare più tempo al bambino, in attesa di un midollo compatibile.

Il boom di nuovi donatori che dal 25 ottobre si sono messi in fila per testare la loro compatibilità però hanno aperto le speranze a tanti altri pazienti che necessitano di un trapianto. E i test non sono finiti. Centinaia gli appuntamenti previsti da Admo, l’associazione donatori midollo osseo, in tutta Italia per continuare a dare una chance ad Alex.

Articolo Precedente

Roma, rubavano cani e cambiavano microchip con bisturi di fortuna per rivenderli. Tre denunciati

next
Articolo Successivo

Roma, giunta dà ok a bilancio consolidato Ma è lite tra Campidoglio e Ama: in ballo 60 milioni usati per i servizi cimiteriali

next