Lega e M5s hanno proposto un emendamento alla manovra per tassare le bevande zuccherate (come la Coca-cola) per coprire l’esclusione del regime Irap per le partite Iva fino a 100mila euro. L’emendamento, a prima firma dell’esponente grillina Carla Ruocco e sottoscritto da alcuni deputati leghisti, prevede come copertura principale la revisione delle spese fiscali. In serata però sul tema è intervenuto il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che, intervistato da Repubblica, ha detto: “Utilizzeremo la cosiddetta ‘sugar tax’ per trovare i 100 milioni che servono all’università e incrementeremo il Fondo ordinario”. Anche il viceministro Lorenzo Fioramonti, interpellato dal quotidiano, conferma che “questa tassa ha un doppio valore, ridurrà le malattie cardiovascolari, diminuendo l’utilizzo di zuccheri nelle bevande, e aiuterà a far crescere l’università e la sua ricerca”. Sempre secondo Repubblica la presidente della commissione Ruocco, contattata dallo staff di Bussetti avrebbe spiegato che l’80% degli introiti della nuova tassa potrebbe essere girato alla ricerca.

In totale sono oltre 3.500 gli emendamenti alla manovra presentati nella commissione Bilancio della Camera, di cui 450 dalla maggioranza. I lavori inizieranno lunedì, con il vaglio delle ammissibilità, e proseguiranno il giorno dopo con l’obiettivo di ridurre il numero delle proposte di modifica da esaminare, attraverso le segnalazioni dei gruppi parlamentari. Il provvedimento è atteso in Aula per il 28 novembre.

Tra gli emendamenti da segnalare anche quello che chiede di estendere a tutte le scuole elementari il tempo pieno. È una delle richieste avanzate dal Movimento 5 stelle con un emendamento alla manovra approvato dalla commissione Cultura della Camera. La proposta prevede che entro febbraio il ministero dell’Istruzione stabilisca le modalità per “la graduale generalizzazione del tempo pieno nella scuola primaria”, con la previsione di 2mila maestre in più. Confermato invece il cosiddetto bonus cultura per i 18enni: nel 2019 è previsto un fondo di 235 milioni di euro.

C’è poi la propsta M5s di Iva agevolata al 5% sui prodotti “per la protezione dell’igiene femminile, dei neonati, dei disabili e degli anziani”, come pannolini e assorbenti. Nello stesso emendamento si chiede di sopprimere l’Iva al 4% per il “materiale tipografico e simile attinente alle campagne elettorali se commissionato dai candidati o dalle liste degli stessi o dai partiti o dai movimenti di opinione politica”.

Non solo, sempre i 5 Stelle chiedono anche un credito d’imposta al 36% da destinare alle aziende produttrici di stoviglie di plastica per le spese destinate all’acquisto di nuovi impianti “idonei alla produzione di stoviglie realizzate con materiali biodegradabili o compostabili”: a tale scopo sono destinati 300 mila euro annui per il 2019 e il 2020. C’è anche l’annunciato sconto fiscale fino ad un massimo di 100 euro per l’acquisto dei seggiolini antiabbandono o dei relativi dispositivi di allarme. La detrazione si applica, si legge nella proposta, “in misura pari al 50%” delle spese sostenute, “per un importo non superiore a 100 euro”. Il costo è stimato in circa 70 milioni di euro l’anno.

C’è poi l’ipotesi di una cedolare secca per l’affitto di case senza barriere architettoniche per agevolare i disabili. I portatori di handicap, proprietari o locatari di immobili a uso abitativo e delle relative pertinenze possono installare a proprie spese servoscala, modificare l’ampiezza delle porte d’accesso per rendere più agevole l’entrata in edifici, ascensori e rampe di garage.

Per la realizzazione di interventi di sicurezza stradale previsti del piano nazionale della sicurezza stradale, invece, “è autorizzata la spesa di 300 milioni per il triennio 2019-2021”. In dettaglio, gli stanziamenti ammontano a 60 milioni per il 2019 e a 120 milioni per il 2020 e per il 2021. Le risorse “sono iscritte nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti”.

Un altro emendamento poi prevede lo stanziamento di 2,2 milioni di euro in tre anni per sostenere la musica Jazz, proposto dal Movimento 5 Stelle e già approvato dalla commissione Cultura. Si tratterebbe si 750mila euro annui per 2019, 2020 e 2021 “da ripartire a favore di progetti selezionati sulla base di appositi bandi annuali del ministero dei Beni culturali, prendendo le risorse dal fondo per l’attuazione del programma di governo”. Sempre in tema cultura, i 5 Stelle chiedono anche l’istituzione di biglietti nominali per gli spettacoli, dai concerti ai grandi show, nelle strutture con capienza oltre i 1000 spettatori, come stadi o palazzetti. Si prevede che sul ticket sia riportato “il nome e il cognome”, con l’ingresso “subordinato al riconoscimento personale e meccanismi efficaci di verifica delle identità, anche dei minorenni”. Sarà comunque possibile rimettere in vendita i ticket nominali da parte di box office, siti internet di rivendita primari e siti internet ufficiali degli eventi.

Stop invece alla revisione della web tax. In un primo momento la Lega era intenzionata a presentare un emendamento che prevedeva la cancellazione dell’imposta approvata con la finanziaria dello scorso anno, sostituita da un una nuova normativa che prevedeva l’aliquota al 6% sull’ammontare dei corrispettivi anziché quella al 3% sul valore della singola transazione e lo slittamento dell’entrata in vigore da gennaio ad aprile 2017.

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