Forse le polemiche di questo finale di stagione a qualcuno non bastavano. Forse non era sufficiente discutere dei cerchi forati della Mercedes e dell’ennesimo rinvio della Federazione sulla questione. I commissari in Brasile ci hanno messo del loro, con la mancata penalizzazione di Hamilton, che in qualifica, prima ostacolava Raikkonen, poi Sirotkin con una manovra rischiosissima. Non contenti, per aumentare le tensioni, si è aggiunto l’episodio della verifica del peso della vettura di Vettel, durante la seconda sessione di qualifica eseguita dai commissari con una calma glaciale e irritante.

Chiariamo subito che, a norma di regolamento, la Fia può in qualsiasi momento controllare il peso delle vetture e che quindi, il controllo sulla vettura di Vettel, era assolutamente legittimo. È apparso però un po’ fuori luogo controllare il peso di una macchina quand’essa ancora non aveva ottenuto un tempo valido e stava affrettando il più possibile il rientro al box per non trovare la pioggia che minacciava di arrivare da un momento all’altro sul tracciato. Come è apparso non adeguato il comportamento di Vettel che, nuovamente quest’anno, ha perso la pazienza e dato vita a un comportamento forse un po’ troppo esagitato. Lo avrei capito sicuramente di più se fosse stato ancora in lotta per il mondiale piloti… la riconcorsa al titolo costruttori era, lo sappiamo tutti, quasi una presa in giro.

Partire senza aspettare che i troppo rilassati commissari lo facessero scendere dalle bilance è costato infatti 25mila dollari di multa e si aggiunge alla lunga lista di errori e comportamenti poco consoni del tedesco. Ricordiamo tra i tanti episodi degli ultimi due anni, quando spedì a quel paese Charlie Whiting via radio in diretta mondiale, quando diede la “sportellata” a Baku a Hamilton e i tanti errori da “chiusura di vena” sparsi un po’ qua e là quest’anno. Certo non so quanto Leclerc il prossimo anno lo aiuterà a ritrovare quella calma e serenità che occorre per vincere il titolo, al contrario, sembra più calmo il debuttante in rosso monegasco che il plurititolato campione tedesco.

Se già erano abbastanza le polemiche in atto, Ocon però ci teneva a unirci al club, geloso probabilmente di non essere mai al centro dell’attenzione in pista, ha pensato bene di sdoppiarsi e centrare Verstappen leader della gara in quel momento. Comportamento folle e, dal mio punto di vista, tralasciando chi anche in questo episodio vede delle attenuanti, sarebbe da ritiro della Super Licenza di F1.

Se i piloti e i commissari hanno avuto il loro da fare, e lo avranno nei prossimi giorni perché sicuramente le polemiche non si placheranno velocemente, anche i team hanno avuto il loro bel da fare nel capire a interpretare il comportamento delle gomme Pirelli sulla pista di Interlagos. Ancora una volta il blistering è stato il protagonista – voleva far parte del gran circo andato in atto in Brasile – comparendo in modo alternato sulle gomme di Ferrari e Mercedes. I tedeschi sono stati sicuramente quelli che più di tutti hanno patito questo fenomeno con Bottas in crisi nera e Hamilton che ha saputo gestire un poco meglio la situazione critica e vincere la gara grazie all’aiuto fornito da Ocon (pilota Mercedes).

Se c’è stato però un team che proprio era a suo agio con le gomme e che meritava forse, ancora una volta, la vittoria più di tutti – Ocon permettendo – era proprio la Red Bull. La squadra anglo austriaca, che in questo finale di stagione, pur non disponendo di un motore all’altezza di Ferrari e Mercedes, ha trovato il modo di far volare lo stesso la sua RB14. Il segreto, come tante volte abbiamo descritto, risiede nell’utilizzo del suo assetto rake e il saperlo sfruttare come nessun altro. Saper ottenere tanto carico nel misto e ridurre l’incidenza alare in rettilineo, grazie all’abbassamento del retrotreno, a Interlagos, come in Messico (piste con parte mista e lunghi rettilinei) è stata probabilmente l’arma che ha consentito alla Red Bull di volare. Arma che, purtroppo per loro e per la Ferrari in parte, nel 2019 verrà limitata dal cambio regolamentare che modificherà le caratteristiche delle ali.

Ora resta Abu Dhabi, ultimo atto, di un mondiale ricco di polemiche (l’olio, il fumo e le batterie della Ferrari, poi i cerchi Mercedes) dove i top team potranno già sperimentare le soluzioni del 2019, essendo ormai assegnati i titoli iridati piloti e costruttori. Nel frattempo, a riempire il vuoto della pausa, prima dell’ultima gara dell’anno, ci penseranno le polemiche che non si arresteranno di certo nei prossimi giorni.

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