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Mit, un’italiana fra innovatori under 35: “Ero a Stanford e sono tornata. Diamo risalto anche a chi rimane”

Francesca Santoro, nata a Napoli 32 anni fa e laureata in ingegneria biomedica, è la prima connazionale che rientra nella lista degli innovatori più promettenti di tutta Europa elaborata dalla rivista del Massachusetts Institute of Technology
Mit, un’italiana fra innovatori under 35: “Ero a Stanford e sono tornata. Diamo risalto anche a chi rimane”
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“Ricevere questo premio è il sogno di ogni ricercatore: sono emozionatissima ed essere la prima italiana a riceverlo mi fa sentire ancora più fiera. E questo riconoscimento dimostra che in Italia si può fare buona ricerca ed è una occasione per dare un po’ di risalto alle persone che tornano e non parlare solo di cervelli in fuga“. E questo è l’aspetto che mi “rende più felice”. Parla così all’Ansa Francesca Santoro, la prima italiana a essere fra i 35 giovani innovatori under 35 che ogni anno, dal 1999, la rivista di tecnologia del Massachusetts Institute of Technology, Mit Technology Review, seleziona come i più promettenti in tutta Europa.

Francesca lavora nel centro dell’Istituto Italiano di tecnologia a Napoli ed è stata premiata con il Mii Innovators Under35 Europe per il progetto del cerotto fotovoltaico che rigenera la pelle, accelerando la guarigione delle ferite. Per la ricercatrice “pensare che il mio progetto sia stato considerato da una giuria di fama internazionale meritevole per i futuri risvolti positivi nell’ambito medicale è una grande soddisfazione e rappresenta ulteriore motivazione a proseguire con grinta in questa direzione”.

Nata a Napoli 32 anni fa e laureata all’università Federico II in ingegneria biomedica, Francesca, dopo aver lavorato per 3 anni presso la Stanford University, è tornata in Italia a luglio 2017 per lavorare all’IIt, dove coordina un gruppo internazionale che porta avanti ricerche in ambito della bio-elettronica. È da questi studi che è nata l’idea del cerotto fotovoltaico 3D, un dispositivo indossabile usa-e-getta, economico e flessibile, in grado di stimolare la rigenerazione delle aree lesionate della pelle, accelerando la guarigione delle ferite. “È un progetto di ricerca di base – ha osservato Santoro – nato per dimostrare se è possibile usare la conversione dei raggi solari in energia per accelerare la guarigione, soprattutto delle ustioni“.

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