Il “vero progresso” nella riforma delle politiche migratorie Ue sta nel fatto che nel Consiglio Europeo oggi praticamente “tutti capiscono che la priorità è fermare i flussi di migranti irregolari, e non la loro redistribuzione”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, rispondendo, durante la plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo, alle numerose critiche arrivate dagli eurodeputati per la mancanza di progressi sulle politiche migratorie in occasione del Consiglio Europeo della scorsa settimana”.

Parole a cui, tra gli altri, ha replicato l’eurodeputata del gruppo Possibile/S&D Elly Schlein, con un intervento molto duro. Che cosa vi siete riuniti a fare? – ha attaccato – Non avete raggiunto nessun accordo sulla solidarietà interna. Né sulla Brexit, né sull’eurozona. Dalle conclusioni è sparita la riforma di Dublino e si parla solo di bloccare i flussi e di rimpatri. La grande idea del cancelliere Kurz di una “solidarietà obbligatoria” anche se non nella forma dei ricollocamenti, non è altro che la “solidarietà flessibile” già proposta dalla Presidenza slovacca due anni fa. Cioè, avete discusso due anni per ritrovarvi allo stesso identico punto di prima? È spuntato persino un vertice nell’Egitto di Al Sisi, quando domani sono 33 mesi dall’uccisione di Giulio Regeni“. E la linea della presidenza austriaca sulla riforma del sistema di Dublino non fa altro che riproporre “la solidarietà flessibile discussa dalla presidenza slovacca due anni fa”. Intanto, ha concluso, “la Francia di Emmanuel Macron chiede di riformare Dublino e riporta di nascosto i migranti nei boschi italiani“.

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