A tre mesi dal clamoroso annuncio degli scienziati italiani ovvero la scoperta di un lago di acqua nel sottosuolo di Marte, arriva un’altra notizia che entusiasma la comunità scientifica: c’è ossigeno sufficiente per ospitare la vita nell’acqua salata che si trova nel sottosuolo del Pianeta Rosso, compreso il lago scoperto dal radar italiano Marsis, della sonda europea Mars Express. La ricerca del California Institute of Technology (Caltech) è stata pubblicata sulla rivista Nature Geoscience. I calcoli fatti dal gruppo di Vlada Stamenkovic indicano che l’ossigeno potrebbe sostenere la vita di microrganismi e animali più complessi, come spugne.

Finora, forme di vita in grado di respirare ossigeno su Marte si ritenevano impossibili, perché l’atmosfera del pianeta è estremamente rarefatta. Adesso, invece, lo scenario cambia completamente: significa che sul pianeta aumenta la probabilità che ci siano le condizioni per ospitare microrganismi il sui metabolismo è basato sull’ossigeno, perché trovano il gas disciolto nell’acqua salata. I ricercatori lo hanno dimostrando calcolando la quantità di ossigeno che può essere disciolto nell’acqua salata sotto le varie condizioni di pressione e temperatura nel sottosuolo di Marte, compreso il lago scoperto a una profondità di 1,5 chilometri. “I nostri calcoli indicano – scrivono gli studiosi nell’articolo – che in un serbatoio d’acqua salata di questo tipo ci potrebbero essere elevate concentrazioni di ossigeno disciolto“. Secondo lo studio, inoltre, le concentrazioni di ossigeno sono particolarmente elevate nel sottosuolo delle regioni polari.

“Non sappiamo – concludono gli autori – se Marte abbia mai ospitato la vita”, ma “i nostri risultati” estendono la possibilità di cercarla, indicando che le forme di vita basate sull’ossigeno sul pianeta rosso potrebbero essere possibili, a differenza di quanto immaginato finora. Questo estende anche l’opportunità per la caccia alla vita su altri pianeti e lune che ospitino sacche di acqua salata o oceani sotterranei, come la luna di Saturno Encelado. – Non solo batteri capaci di vivere in condizioni estreme: la presenza di ossigeno nell’acqua di Marte dimostrata dalla ricerca pubblicata sulla rivista Nature Geoscience amplia la gamma delle possibili forme di vita che il pianeta rosso potrebbe ospitare: così commenta la scoperta l’astrobiologa Daniela Billi, dell’università di Roma Tor Vergata.
“I requisiti per l’abitabilità delle brine su Marte si arricchiscono ora della possibile presenza di ossigeno, indispensabile però alle sole forme di vita che lo utilizzano per la respirazione”, osserva Billi. “Questa possibilità – prosegue – amplia i possibili metabolismi presenti su Marte”. Finora, infatti, si riteneva che sul pianeta rosso potessero vivere soltanto microrganismi simili ai batteri che sulla Terra vivono in ambiente privi di ossigeno, chiamati metanogeni, che utilizzano l’idrogeno molecolare anziché l’ossigeno come fonte di energia.

L’abstract su Nature

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