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Milano è la città più smart d’Italia per il quinto anno consecutivo: ricerca, innovazione e turismo i suoi punti forti

Il capoluogo lombardo rappresenta ancora oggi un modello di successo difficilmente replicabile. Segue, con venti punti di distacco, Firenze, che per un soffio toglie la seconda posizione a Bologna. Completano la top ten Trento, Bergamo, Torino, Venezia, Parma, Pisa e Reggio Emilia
Milano è la città più smart d’Italia per il quinto anno consecutivo: ricerca, innovazione e turismo i suoi punti forti
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Per il quinto anno consecutivo, Milano si conferma la città più smart d’Italia, con un distacco di quasi venti punti dalla seconda classificata. Il capoluogo lombardo rappresenta ancora oggi un modello difficilmente replicabile grazie a ottime performance legate soprattutto a solidità economica, ricerca e innovazione, lavoro e attrattività turistico-culturale. Unica pecca è il ritardo nelle dimensioni ambientali, come il consumo di suolo e territorio (per il quale si posiziona 76esima in Italia) e la qualità dell’aria e dell’acqua (addirittura 96esima). La segue Firenze, che per un soffio toglie la seconda posizione a Bologna. Completano la top ten Trento, Bergamo, Torino, Venezia, Parma, Pisa e Reggio Emilia. Ancora esclusa dalle prime dieci Roma, che però recupera due posizioni e sale al 15esimo posto.

È quanto emerge da ICity Rate 2018, il rapporto annuale realizzato da Fpa che fotografa la situazione delle città italiane nel percorso per diventare “smart”, ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive, più vivibili. La classifica conferma il gap tra Settentrione e Mezzogiorno: le prime 21 smart city appartengono al Centro-Nord mentre le 21 che chiudono la classifica si trovano al Sud e nelle Isole. Pordenone, Cremona, Udine, Treviso, Biella, Lodi e Belluno sono invece le città che hanno guadagnato più posizioni rispetto al 2017.

La classifica è stata stilata sulla base di 107 indicatori raggruppati in 15 categorie: occupazione, ricerca e innovazione, solidità economica, trasformazione digitale, energia, partecipazione civile, inclusione sociale, istruzione, attrattività turistico-culturale, rifiuti, sicurezza e legalità, mobilità sostenibile, verde urbano, suolo e territorio, acqua e aria. “Le tre città al vertice – ha commentato Gianni Dominici, direttore generale di Fpa – seguono un modello di sviluppo e di governance urbana molto diversi, ma comunque capaci di portare buoni risultati”.

Quando al divario tra Settentrione e Mezzogiorno, spiega Dominici, “si ripropone non solo negli ambiti di ritardo più conosciuti (lavoro, solidità economica) ma anche nei settori maggiormente innovativi come ricerca, trasformazione digitale e energia. Le città del Sud non crescono a livello di sistema, ma abbiamo delle eccellenze”. Il successo di Milano, ha precisato ancora il direttore di Fpa, è legato invece “alla combinazione di insediamenti innovativi, buona gestione di servizi funzionali e tutela delle condizioni di sicurezza e legalità”.

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