“Lo deve rispettare lui come lo rispettiamo noi tutti”. Il vicepremier Matteo Salvini si schiera al fianco di Luigi Di Maio nella questione Alitalia e dice che il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, “deve fare quello che dice il contratto di governo“. In un colloquio con Il Messaggero, il leader della Lega risponde al titolare di via XX Settembre che venerdì aveva detto: “Io penso che delle cose che fa il Tesoro debba parlarne il ministro dell’Economia. Io non ne ho parlato. Una fredda replica alla proposta avanzata da Di Maio riguardo all’intervento del Mef per il salvataggio della compagnia area, con un ingresso al 15 per cento nel capitale.

Il matrimonio Alitalia-Ferrovie, dice Salvini, “è una via percorribilissima, se ci si riesce. Le nostre ricette non saranno tutte perfette, ma secondo me sono le più adatte e noi ci crediamo”. Il vicepremier spiega di essere “assolutamente d’accordo con Di Maio e con l’ingresso del Tesoro nella compagnia aerea. Non possiamo far comprare Alitalia dal primo straniero che passa“.

Venerdì il leader del M5s aveva spiegato: “Da oggi potrebbe nascere il primo gruppo al mondo di trasporto integrato gomma-ferro-aria”, lasciando intravedere all’orizzonte le nozze tra le Ferrovie dello Stato e Alitalia (oltre a un “partner industriale internazionale”). La mossa auspicata, anticipata da un’intervista al Sole 24 Ore e intervallata dalla presa di distanza di Tria, è stato sigillata da una manifestazione d’interesse per la compagnia  da parte di Ferrovie arrivata nelle ore successive, seppur con la specifica del “non vincolante”.

Salvini, pur continuando un botta e risposta a distanza con Tria, già nel mirino per le questione legate al deficit collegato alla legge di Bilancio, allontana comunque l’ipotesi di un rimpasto nel governo: “Macché. Non sto dicendo questo. Dico soltanto che la linea è tracciata e Tria oltre ad essere un ottimo economista è persona duttile e capace. Non vedo grandi ostacoli – ha sottolineato – Questa su Alitalia, per un Paese come il nostro, che vive di turismo, che ha una forza commerciale e una centralità in tutti i flussi internazionali, è un’operazione strategica. E comunque, su questo e su altro, noi andiamo avanti”.

Il vicepremier ha parlato anche di legittima difesa, tema caro alla Lega e altro argomento sul quale si profila all’orizzonte una mediazione serrata con le posizioni del Movimento Cinque Stelle: “Possono presentare tutti gli emendamenti che vogliono ma io dico agli amici 5 Stelle e a tutti gli altri che ci sono dei paletti che non possono essere rimossi o superati. Questa legge che difende le persone nelle proprie case e nella propria tranquillità resterà tale e quale come l’abbiamo concepita e questo vale anche per il decreto sicurezza“.

Salvini parla di “dighe” che “abbiamo stabilito dall’inizio, che sono state condivise e messe nero su bianco nel contratto”. Per questo, dice, “confido nella stessa lealtà, da parte dei nostri partner di governo, che usiamo noi e non credo che vogliano disattendere gli accordi”. In questa chiave, specifica, “il reddito di cittadinanza è una priorità dei 5 stelle e io rispetto i patti. Ma abbiamo imposto dei limiti a questo provvedimento, rendendolo più compatibile, perché siamo a favore delle imprese e della crescita“.

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