Alla ricerca di un denominatore comune che potesse raccogliere l’interazione propria del medium videoludico e la suggestività di quello cinematografico, Ubisoft e SpectreVision danno vita a un ibrido fra film e videogioco. Il frutto di questa collaborazione è Transference, titolo disponibile per Ps4, Xbox One e Pc giocabile anche in realtà virtuale sulla console Sony e su PC.

La produzione figlia della cooperazione fra Ubisoft, il marchio di Assassin’s Creed o Just Dance, e SpectreVision, casa cinematografica indipendente fondata da Elija Wood (Frodo ne “Il Signore degli Anelli”), è già disponibile da qualche settimana.

Transference è un’intensa avventura in prima persona caratterizzata da enigmi ed esplorazione, studiata per raccontare in modo alterativo una storia drammatica. Al centro ci sono le vicende dei tre componenti della famiglia Hayes – padre, madre e figlio – i cui ricordi sono stati usati per creare una simulazione virtuale alterata della loro vita. Il risultato è un esperimento malsano e fuori controllo, fondato sull’utilizzo improprio di una tecnologia futuribile; il giocatore diventa così parte stessa dell’esperimento, come soggetto risolutore del mistero che avvolge la fine di quella famiglia.

Prendendo parte alla simulazione si viene quindi immersi in quei ricordi e in quelle sensazioni da cui è nato il test. Le mura dell’appartamento in cui svolge l’intero gioco assumono diversi significati, differenti per ciascuno dei protagonisti. A reggere l’omogeneità del filo narrativo si trovano alcuni video registrati da attori reali, pensati per mantenere costante la scoperta della storia e incrementare così il coinvolgimento del giocatore.

Dal punto di vista dei contenuti il gioco offre un’esperienza simile a quella di alcuni film indipendenti, dove la narrazione avviene in modo indiretto: immagini, suoni e improvvisi cambi di soggetto creano il racconto a cui il giocatore partecipa dandogli l’opportunità di interpretare in modo personale i fatti nella loro totalità. Ciò avviene grazie a una realizzazione grafica di buon livello, che unita a una cura pregevole per la componente artistica e sonora completa un quadro tecnico di ottima fattura.

Suddivise fra la risoluzione di enigmi e l’esplorazione della succinta ambientazione, le due ore in cui approssimativamente si completa il gioco scorrono catturando l’attenzione e l’interesse del giocatore/spettatore.

Transference può anche essere integralmente giocato in realtà virtuale, amplificando in modo più che tangibile la percezione e l’esperienza sensoriale di gioco.

Cercando di ergere un ponte fra film e videogames, Ubisoft e SpectreVision hanno partorito un gioco interessante e dai contenuti maturi. Un titolo che certamente piacerà a quella fetta di utenti che ama le storie complesse e particolari, nonostante esse non brillino per varietà e durata nelle loro situazioni di gioco vero e proprio. Chi preferisce invece dedicare il proprio tempo a giochi più vasti e interattivi in termini di meccaniche dovrebbe, invece, orientarsi su altri prodotti.

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