“L’aumento del deficit serve per avviare parti del contratto di governo di sostegno al welfare, misure molto difficili da cancellare se non in situazioni emergenziali. Se gli operatori sono razionali e percepiranno questa maggiore spesa pubblica come permanente, si aspetteranno tasse più alte in futuro, aumentando di conseguenza il risparmio”. E’ il giudizio espresso dal Centro studi di Confindustria nel rapporto ‘Dove va l’economia italiana e gli scenari di politica economica’. Viale dell’Astronomia chiede anche al governo di “non smontare le riforme pensionistiche” e avverte che “è improbabile che il passaggio ad una quasi flat tax si autofinanzi con i proventi della maggiore crescita indotta”.

Il vicepremier Luigi Di Maio ha risposto che “il governo non torna indietro: chi si illude, come il Centro Studi di Confindustria, sappia che si sta facendo una cattiva idea. Nella manovra ci saranno tutte le misure previste dal contratto”. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che era alla presentazione del rapporto, lo ha definito “eccellente” perché “descrive bene” questa fase di rallentamento dell’economia. Il titolare del Tesoro ha poi spiegato che serve una “strategia di politica economica diretta a conseguire una crescita più sostenuta e ridurre il gap di crescita che l’Italia ha avuto con il resto di Europa nell’ultimo decennio. Abbiamo bisogno di una crescita vigorosa, ed allo stesso tempo di una maggiore resilienza“. Per questo è necessario “uno stimolo di crescita endogeno, con un mutamento profondo delle strategie economiche e di bilancio” e un “rilancio degli investimenti è una componente cruciale”. Tria ha anche anticipato che la Guardia di Finanza interverrà contro eventuali abusi legati al reddito di cittadinanza. Il reddito ”aggredisce sacche di povertà inaccettabili”, ha ricordato. “Ci sono dubbi su possibili abusi” ma “su mio mandato la Gdf ha già predisposto un piano per poter intervenire”. “Chi giocherà su quello andrà su terreno molto rischioso” ha concluso.

Gli analisti della confederazione nel loro rapporto rilevano anche che con le misure previste nella manovra si apre il rischio che “la Ue apra una procedura di infrazione visto che a novembre la Commissione Ue farà le sue valutazioni sulla Legge di Bilancio. L’avvio di eventuali procedure potrebbe avere una valenza politica, data la scadenza elettorale della primavera 2019 per rinnovare il Parlamento Ue; ciò pone la Commissione europea in una difficile situazione”.

Seguono le richieste al governo di “non smontare le riforme pensionistiche perché ciò renderebbe necessario aumentare il prelievo contributivo sul lavoro. Se il meccanismo di ‘quota 100‘, per permettere l’anticipo della pensione, venisse introdotto, andrebbe invece nella direzione opposta”. Secondo Tria invece “bisogna intervenire sulla transizione della riforma Fornero, che da un lato dà stabilità nel lungo periodo, ma nel breve ha impedito alle imprese un fisiologico turnover per innovare le competenze”.

Il Centro Studi individua quattro direzioni per la politica economica che a sua detta possono impattare positivamente sulle scelte degli investitori, con ricadute favorevoli sul pil: rafforzare le misure di sostegno alle imprese, realizzare un grande piano per le infrastrutture, avviare una riforma fiscale per imprese e famiglie e condurre un’azione efficace di revisione sulla spesa pubblica.

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