Una riunione degli investigatori che indagano sui mandanti della strage di Bologna si è tenuta negli uffici della Procura generale del capoluogo emiliano. Al vertice ha preso parte anche il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho che, lasciando l’incontro, di cui ha appreso l’Ansa, non ha fatto dichiarazioni. Presenti anche ufficiali di Digos, Ros e Gdf e magistrati svizzeri. Nessun commento anche dagli altri partecipanti, al termine di tre ore di riunione. La Procura generale ha avocato le indagini sui mandanti a ottobre 2017, quando si discuteva della richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura ordinaria del fascicolo rimasto contro ignoti.

Delle nuove indagini se ne occupano il procuratore generale Ignazio De Francisci, l’avvocato generale Alberto Candi e i sostituti Nicola Proto e Umberto Palma. Nei mesi scorsi gli inquirenti hanno sentito diversi testimoni e hanno inoltrato rogatorie in Svizzera per approfondire indagini sui conti correnti riconducibili al capo della P2 Licio Gelli, morto nel 2015, condannato per i depistaggi sulla strage. Rogatorie per ricostruire i movimenti di denaro del Venerabile cui, fino a poche settimane fa, non c’erano ancora risposte. Si può dunque supporre che l’incontro con i magistrati elvetici abbia avuto al centro anche questi argomenti. De Francisci, all’uscita dal palazzo di giustizia, si è limitato a dire che la riunione era su “temi molto delicati”. Intanto davanti alla Corte di assise di Bologna è in corso il processo a Gilberto Cavallini, ex Nar accusato di essere il ‘quarto uomo’, cioè colui che avrebbe dato quantomeno un supporto logistico agli esecutori materiali, gli ex terroristi Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Le udienze riprendono la prossima settimana, il 19, con l’audizione di alcuni testimoni.

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